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Astrofisici del Salento scoprono pianeta extrasolare vicino alla Terra

Astrofisici del Salento scoprono pianeta extrasolare vicino alla Terra

È record mondiale per un gruppo di astrofisici pugliesi, che hanno scoperto un pianeta extrasolare molto vicino alla Terra con una tecnica di osservazione curiosa e straordinaria. È stato un team di ricercatori appartenenti all’Università del Salento in associazione con l’Inaf (Istituto nazionale di astrofisica) e all’Infn (Istituto nazionale di fisica nazionale) ad evidenziare la presenza di un pianeta extrasolare alla distanza di 1240 anni luce dal globo terrestre grazie ad un particolare studio applicato alle lenti gravitazionali. Il gruppo pugliese è formato da Domenico Licchelli, Achille Nucita, Francesco De Paolis, Gabriele Ingrosso e Francesco Strafella e ha deciso di chiamare la sua scoperta “Feynman-01” in onore del celebre fisico Richard Philips Feynman nobel nel 1965 per l’elaborazione dell’elettrodinamica quantistica.

La scoperta del nuovo pianeta da parte degli astrofisici salentini, è avvenuta in concomitanza della notte di Halloween, lo scorso 31 ottobre, casualità che le ha portato il soprannome di “Superterra di Halloween” e la sua osservazione è accaduta grazie a un potente telescopio posto in via dei Mille a Gagliano del Capo, comune all’estremità meridionale della provincia di Lecce. Tuttavia solo in tempi recenti è avvenuta la conferma della scoperta realizzata qualche mese fa, grazie a dei controlli incrociati effettuati con team di astrofisici russi appartenenti all’Istituto astronomico Sternberg di Mosca.

L’osservazione degli astrofisici non è stata diretta ma realizzata tramite un fenomeno di microlensing (distorsione della luce) dove lo stesso Licchelli spiega come quella osservata fosse la luce di una stella sorgente posta in direzione opposta a quella della “superterra” attratta verso il nostro pianeta proprio dalla presenza di una grande massa posta esattamente in direzione opposta alla fonte luminosa, così che il globo terrestre si trovasse esattamente al centro di questa traiettoria. Una casualità fortunata amplificata dal fatto che quel che si stava osservando non fosse un tratto spaziale solitamente oggetto di attenzione, ovvero la costellazione del Toro, ritenuto da tutti scarsamente interessante dal punto di vista dell’osservazione astronomica. Quello dei ricercatori dell’Università del Salento è un risultato di importanza mondiale che dimostra il buon lavoro che le attività di ricerca pugliesi stanno svolgendo.


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