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L’Europa si occuperà dell’emergenza Xylella non solo dal punto di vista politico, ma anche sul fronte giudiziario. Il Tar del Lazio, ha infatti determinato «la rimessione alla Corte di Giustizia dell’Unione Europea delle questioni pregiudiziali affrontate nella motivazione dell’ordinanza» esprimendosi ieri in merito ai ricorsi dei proprietari di uliveti del Salento contro l’abbattimento degli alberi nell’ambito delle disposizioni del cosiddetto «Piano Silletti», poi bloccato su iniziativa della procura leccese.
Il Tar, si legge nel provvedimento, «condivide i dubbi avanzati dagli odierni ricorrenti in ordine alla conformità della Decisione di esecuzione alle richiamate fonti di diritto europeo». I ricorsi in questione sono stati formulati dagli avvocati Giovanni Pesce e Alterio Mariano. La decisione di esecuzione del 18 maggio scorso è la misura comunitaria che fa da fondamento al decreto ministeriale successivo e ai piani di intervento anti-xylella redatti dall’ex commissario straordinario Giuseppe Silletti. Viene richiesto alla Corte di Giustizia europea del Lussemburgo, tra l’altro, di valutare se i principi di «adeguatezza e proporzionalità ostino all’applicazione della decisione di esecuzione» che sarebbe secondo i giudici italiani «lacunosa nella motivazione non contenendo una qualsivoglia indicazione in ordine all’avvenuta valutazione, da parte della Commissione, della necessaria proporzione tra gli interventi imposti e l’impatto ambientale, paesaggistico, economico-sociale e culturale che tali interventi avrebbero comportano nel territorio». Il Tribunale ha sospeso i giudizi in corso: resta così in vigore l’ordinanza di sospensione dei tagli emessa in fase cautelare per gli ulivi sani che si trovano nel raggio di 100 metri rispetto a quelli infetti.
Restano intanto sotto sequestro gli ulivi destinatari di provvedimento di abbattimento. I due legali che avevano presentato ricorso al Riesame di Lecce, per conto di una ricercatrice del Cnr Puglia e di un componente dell’osservatorio fitosanitario regionale, hanno infatti rinunciato a discutere le istanze dopo aver ottenuto copia degli atti di indagine. Ad essere stata impugnata era l’ordinanza con cui il gip Alcide Maritati aveva convalidato il decreto di sequestro preventivo urgente dei pm di Lecce, Elsa Valeria Mignone e Roberta Licci che indagano per inquinamento ambientale, diffusione di una malattia delle piante, falso materiale commesso da pubblico ufficiale in atti pubblici, falso ideologico, getto pericoloso di cose, distruzione o deturpamento di bellezze naturali. 10 le persone coinvolte, tra cui anche l’ex commissario straordinario per l’emergenza Xylella, Giuseppe Silletti.
Data: 23 Gen 2016
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