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Xylella, ecco l’ulivo che resiste al batterio

Xylella, ecco l’ulivo che resiste al batterio

Una nuova varietà di ulivo resistente alla xylella fastidiosa che sta sterminando gli ulivi in Puglia: è la scoperta fatta dall’Istituto per la protezione sostenibile delle piante (Ipsp) del Consiglio nazionale delle ricerche, appunto noto come CNR. Si tratta della cultivar FS-17, nota all’estero come Favolosa. La scoperta, fatta dai ricercatori del Cnr assieme a colleghi dell’Università di Bari e del Centro di ricerca Basile Caramia e appena pubblicata sull’Informatore agrario, segue quella della resistenza della cultivar Leccino, per la quale lo stesso team aveva pubblicato uno studio a giugno dell’anno scorso. La Favolosa è una selezione di semenzaliottenuta dal professor Giuseppe Fontanazza e brevettata dall’Istituto per i sistemi agricoli e forestali del Mediterraneo del Cnr (Isafom-Cnr). La ricerca di fonti di resistenza in olivo è uno dei principali obiettivi perseguiti da due progetti del Programma H2020 finanziati dall’Unione Europea e coordinati dall’Ipsp-Cnr.

La scoperta realizzata dall’Istituto per la protezione sostenibile delle piante del Consiglio nazionale delle ricerche

“Questa scoperta – rimarca il presidente del Cnr, Massimo Inguscio – rafforza le speranze di salvare l’olivicoltura, ora gravemente minacciata, nelle aree interessate dal batterio, ed è l’ulteriore dimostrazione del contributo che il Cnr, impegnato in prima linea fin dalla prima identificazione del patogeno, sta dando alla ricerca di soluzioni concrete e di grande impatto sull’economia, sull’occupazione, e sulla salvaguardia del territorio”. Sono attualmente già circa 300 le cultivar di ulivo in sperimentazione, “numero non esaustivo ma certamente significativo rispetto all’ampiezza del germoplasma olivicolo mediterraneo”, spiega Francesco Loreto, direttore del Dipartimento di scienze bio-agroalimentari del Cnr. “È una ricerca su cui sono concentrate le attenzioni e le speranze non soltantoi degli olivicoltori Italiani e di tutti i paesi olivicoli del Mediterraneo, ma anche di Nord Africa, Sud Africa, fino alle lontane Argentina, Cile e Australia”.


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