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Sono stati molti coloro che hanno scelto il testamento biologico nella città metropolitana di Bari da inizio 2018, con 42 richieste registrate, a divulgare questo dato è stato lo stesso comune di Bari. Il consenso a “fine vita” consente di esprimere la propria volontà sulle scelte terapeutiche e può redatto tramite un atto pubblico, o attraverso scrittura privata autenticata o consegnata di persona presso l’Ufficio di Stato.
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Nell’ambito delle possibilità offerte dalla legge sullo stesso testamento biologico sono 42 i cittadini di Bari che ad oggi hanno deciso di redigere le proprie disposizioni anticipate di trattamento, Dat, consegnandole direttamente all’ufficiale di stato civile. Un dato che va a confermare l’importanza di questa legge attesa da numerosi anni, che ha portato l’Italia a colmare un’esigenza in quanto a libertà civili.
Lo stesso Angelo Tomasicchio ha evidenziato l’importanza di questa cifra iniziale, testimonianza concreta dei baresi che si sono rivolti agli uffici comunali per esprimere la propria volontà su un tema di tale delicatezza, indice della fiducia della quale l’istituzione gode, nonostante le varie difficoltà che ha incontrato.
Già nel marzo del 2016, prima dell’entrata in vigore della normativa sul testamento biologico, lo stesso consiglio comunale di Bari aveva approvato un punto all’ordine del giorno, proposto dalla commissione permanente al Welfare, presieduta dal consigliere Laforgia, per creare un registro degli stessi testamenti biologici e predisporre un eventuale regolamento attuativo. Già negli scorsi anni quindi i residenti nel comune di Bari che avessero redatto il documento con le proprie dichiarazioni di volontà anticipate avrebbero potuto dichiararne l’esistenza ed il luogo dove erano custodite per l’annotazione ufficiale nel registro. Un atto significativo che consentiva di poter scegliere per tempo se essere sottoposti o meno a trattamenti sanitari specifici, in casi di malattia, lesioni a livello celebrale irreversibile o patologie invalidanti.
Data: 30 Lug 2018
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