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Dieci persone sotto inchiesta e un decreto di sequestro preventivo che blocca le eradicazioni degli ulivi: il piano di contenimento della diffusione della Xylella Fastidiosa è messo in ginocchio dal provvedimento della Procura di Lecce. 58 le pagine del decreto di sequestro preventivo firmato dal procuratore capo Cataldo Motta: a finire sotto la luce dei riflettori giudiziari il commissario per l’emergenza, il colonnello della Forestale, Giuseppe Silletti, 62 anni, responsabile dei due piani di intervento che portano il suo nome. Le notificazioni hanno riguardato anche Antonio Guario, 64 anni, nel ruolo di ex dirigente dell’Osservatorio fitosanitario regionale di Bari; Giuseppe D’Onghia, 59 anni, dirigente del Servizio Agricoltura area politiche per lo sviluppo rurale della Regione Puglia”; Silvio Schito, 59 anni, dirigente dell’Osservatorio fitosanitario regionale di Bari, Giuseppe Blasi, 54 anni, capo dipartimento delle Politiche europee ed internazionali e dello Sviluppo rurale del Servizio fitosanitario centrale; Nicola Vito Savino, 66 anni, docente universitario e direttore del centro di ricerca, sperimentazione e formazione in agricoltura Basile Caramia” di Locorotondo; Franco Nigro, 53 anni, micologo di Patologia vegetale dell’università di Bari; Donato Boscia, 58 anni, responsabile della sede operativa del Cnr dell’istituto per la Protezione sostenibile delle piante; Maria Saponari, 43 anni, ricercatrice del Cnr dell’istituto per la Protezione sostenibile delle piante; e Franco Valentini, 44 anni, ricercatore dello Iam di Valenzano.
Il sequestro blocca, di fatto, ulteriori possibili eradicazioni. A maggio nell’ambito dell’inchiesta furono sequestrati dieci computer di scienziati e ricercatori – del Cnr, dell’Università di Bari, dello Iam e del Centro Caramia di Locorotondo – che avevano studiato la malattia. Le violazioni contestate sono colpose e dolose delle disposizioni ambientali, diffusione di una malattia delle piante, falso ideologico, turbativa violenta del possesso di cose immobili in merito all’obbligo delle eradicazioni, nonché deturpamento o distruzione di bellezze naturali. Secondo la Procura di Lecce, dunque, non ci sarebbe prova che la Xylella Fastidiosa arrivi dal Costarica e dell’efficacia delle eradicazioni: gli avvisi di garanzia sono legati al provvedimento di sequestro preventivo. Ora l’attenzione volge sulle aree oggetto di sperimentazioni, tra cui la zona di Gallipoli, Alezio e Taviano, Lecce nel parco Rauccio, il Nord Salento fra Sud e Trepuzzi ed il Sud di Brindisi
Data: 19 Dic 2015
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