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Referendum, imprenditore salentino denuncia Renzi e Napolitano

Referendum, imprenditore salentino denuncia Renzi e Napolitano

“Hanno esortato il popolo italiano all’astensione dal referendum del 17 aprile e dunque vanno puniti secondo legge”. Con queste motivazioni l’imprenditore di Racale (Lecce) Francesco Santantonio, di 60 anni, ha presentato una denuncia querela ai carabinieri contro il premier Matteo Renzi e l’ex presidente della Repubblica Giorgio Napolitano per l’invito a non votare al referendum che a suo giudizio violerebbe l’articolo 98 del testo unico del 1957.

La protesta è presto diventata virale e ha conquistato il popolo della rete: in nuce all’esposto presentato, l’amarezza per il mancato raggiungimento del quorum nel referendum per impedire la proroga delle concessioni per le trivellazioni e per la campagna in favore del “NO” o dell’astensionismo esercitata, a dire di Santantonio, nei mesi precedenti. “Oltre all’endemico malcostume degli italiani, pronti a scendere in piazza soltanto per la Nazionale di calcio, credo che le parole pronunciate da Renzi e Napolitano in tv e sui giornali abbiano avuto un peso sulla decisione di molte persone di recarsi o meno alle urne – ha spiegato Santantonio – Trovo vergognoso che un rappresentante istituzionale inviti la gente all’astensionismo, oggi pare che chi abbia il potere politico possa agire in dispregio della legge”.

L’esposto presentato ieri ai carabinieri di Racale

Nella denuncia si fa tra l’altro riferimento al diritto-dovere dell’elettore. Una curiosità che riassume il feeling di diversi italiani nei confronti di Matteo Renzi: d’altronde lo stesso premier ha fatto della stagione referendaria inaugurata la scorsa domenica un banco di prova definitivo per il proprio governo, ma, prima ancora, per se stesso. In fondo: per la propria leadership. Ogni passaggio elettorale assume, però, lo stesso significato. Diventa, cioè, una verifica del consenso verso Renzi e la sua maggioranza.


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