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Tra musica e sociale, un pezzo di Salento in Africa con il popolo Sarahawi

Tra musica e sociale, un pezzo di Salento in Africa con il popolo Sarahawi

Ci sono sei operatori sanitari, divisi tra coordinatori, medici e volontari, e tre musicisti, al secolo Mauro Semeraro, Pierluigi Bello e Alberto Piccinni: sono loro i protagonisti di un progetto condotto dall’associazione Tregiriditè di Tricase, mirante a garantire continuità al sostegno socio-sanitario di bambini saharawi disabili o affetti da malattie: il gruppo è partito oggi verso i campi profughi nei pressi di Tindouf (Algeria), dove resterà fino al 22 di marzo, per garantire continuità a un’idea nata nel 2012 e realizzata grazie al contributo dell’Otto per Mille della Tavola Valdese e del partner locale Rio De Oro Onlus, nonchè grazie all’impegno di una rete locale che include il Comune di Tricase, A.S.L. di Lecce, l’Istituto Padri Trinitari di Gagliano, l’ospedale Cardinale G. Panico, la cooperativa sociale L’Adelfia e una lunga fila di soci e partner

Il viaggio è una modalità di monitoraggio dei bambini che negli anni sono stati ospitati nel Capo di Leuca

“E’ un viaggio-missione per incoraggiare lo scambio culturale, uno dei tasselli fondamentali dell’esperienza di conoscenza e reciproco scambio che le associazioni Tregiriditè e Zig_listen to diversity hanno innescato ormai da anni. Un processo di cooperazione di comunità capace di creare un ponte sanitario e interculturale tra il Salento e il popolo Saharawi” spiegano da Tregiriditè. Tra i partecipanti alla missione ci saranno anche tre musicisti, Mauro Semeraro, Pierluigi Bello e Alberto Piccinni, che creeranno una band aperta insieme ai rifugiati con attività di jamming, co-songwriting, interviste e storytelling nell’ambito del progetto Desert Session dell’associazione Zig.

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I frutti dell’accoglienza organizzata ogni anno dai volontari del Capo di Leuca sono resi visibili dai concreti miglioramenti che Addad, Gleila, Nasra, Mahomud, Mohammeddu e gli altri bambini hanno avuto grazie alla loro permanenza in Italia. Ospitati dalle famiglie locali, infatti, fanno ormai fanno parte della comunità, frequentano la scuola e la vita cittadina. Ad oggi Addad (11 anni – Sindrome del grido del gatto) insegue il sogno di camminare autonomamente e Gleila (osteosarcoma femorale) è diventata la prima della classe a scuola con una capacità incredibile di assorbire l’italiano. Il viaggio è un’occasione per incontrare i bambini che saranno ospiti del progetto estivo e le famiglie a cui la Onlus fornisce sostegno, effettuare visite e monitoraggi medici e lavorare insieme ai partner locali nell’individuazione di strategie di sostenibilità e implementazione, l’attivazione di un sistema integrato per la fisioterapia nei campi profughi e l’integrazione socio-lavorativa dei soggetti svantaggiati.


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