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Il menù di Capodanno pugliese non è una semplice sequenza di piatti, ma un rituale che unisce generazioni e racconta la storia di una terra generosa. Ogni famiglia lo prepara secondo le proprie tradizioni: chi lo apre con il profumo del baccalà, chi con la pasta fatta a mano, chi con le frittelle dorate nell’olio nuovo. Il Capodanno in Puglia è un momento di passaggio che si celebra intorno a tavole imbandite di gratitudine, dove il cibo diventa linguaggio e memoria e, accanto ai piatti antichi, oggi trovano spazio anche tocchi di creatività che rendono la festa ancora più viva, senza mai tradire l’identità pugliese.
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Nel menù di Capodanno pugliese gli antipasti aprono il banchetto con equilibrio e simbolismo. In molte case si servono zampone o cotechino con lenticchie (rigorosamente di Altamura), simbolo di prosperità per l’anno nuovo, insieme a piatti di mare come baccalà fritto oppure alla Tarantina con il suo sughetto, o ancora insalata di polpo, eredità delle comunità costiere. Le cime di rapa stufate, le pettole e le frittelle salate fanno da ponte tra la cucina contadina e la tavola delle feste, accompagnate dal profumo dell’olio nuovo. In chiave moderna, si possono proporre mini panzerotti con verdure di stagione o una tartare di baccalà con olio extravergine pugliese e scorza di limone: sapori autentici, ma con una presentazione contemporanea.
Nessun menù di Capodanno pugliese può dirsi completo senza un primo piatto di pasta fatta in casa. Le orecchiette con le cime di rapa restano le protagoniste indiscusse, simbolo di abbondanza e continuità. Nella Murgia si prepara ancora la pasta al forno con polpette e mozzarella, mentre nel Foggiano resistono piatti come le sagne ‘ncannulate o gli spaghetti con sugo di salsiccia o di cavallo, vere icone della tavola invernale. Ma la tradizione sa evolversi: orecchiette integrali con cime di rapa e acciughe, oppure una lasagna di mare con crosta di tarallo sbriciolato e profumo d’arancia portano in tavola innovazione e radici. Il grano resta protagonista, ma cambia la voce: il gusto è sempre Puglia, anche quando osa.
Il secondo piatto è il cuore caldo del menù di Capodanno pugliese. Sulle tavole non mancano le specialità di mare — baccalà in umido o al forno, polipetti alla pugliese, seppie e calamari ripieni — insieme ai piatti di carne che parlano di terra e di famiglia. Nel Tavoliere si preparano ancora i torcinelli, le budella di agnello arrotolate e cotte lentamente nel sugo; nel Salento l’agnello al forno con patate e pomodorini; nell’entroterra barese, la salsiccia di cavallo al sugo accompagnata da pane casereccio e vino rosso (Primitivo o Negroamaro). In chiave moderna, si può giocare con un filetto di maiale con crema di fave e cicoria o un pesce locale. Il Capodanno in Puglia è così: un abbraccio tra mare e campagna, tra forza e delicatezza, tra tradizione e sperimentazione.
Quando la mezzanotte si avvicina, le case pugliesi si riempiono del profumo di miele e mandorle. Le cartellate inzuppate nel vincotto restano il simbolo più dolce e antico della festa, seguite dai purceddhruzzi, piccole pepite di pasta fritta immerse nel miele, dalle mandorle atterrate, dai mostaccioli e dalle pittule dolci tipici del Salento fino all’immancabile e classico pasticciotto. Ogni famiglia custodisce la propria versione, tramandata come un segreto. Molti reinterpretano i dolci classici: cartellate agli agrumi, dolci di mandorla con crema di ricotta, tiramisù al caffè d’orzo e fichi secchi. Il brindisi è con lo spumante o con un calice di vincotto pugliese, dolce e antico come la memoria. Perché in Puglia anche il dessert è un gesto d’amore, un modo per augurare dolcezza e fortuna all’anno che viene.
Preparare il menù di Capodanno pugliese è molto più che cucinare: è un atto d’amore e di gratitudine. Ogni piatto racchiude un significato, ogni ingrediente è un augurio: le lenticchie per la fortuna, le cime di rapa per la continuità, l’olio nuovo per la prosperità. Il Capodanno in Puglia è una notte che unisce e riscalda, un ponte tra passato e futuro. E nel profumo del pane, nella lentezza dei gesti, nel vino versato nei bicchieri, si rinnova ogni anno la promessa più autentica: restare fedeli alla propria terra.
In ogni casa, da Bari a Lecce, da Andria a Ostuni, il menù di Capodanno pugliese rappresenta un racconto di famiglia. Ogni variante è diversa, ma lo spirito è lo stesso: accogliere il nuovo anno con rispetto per le radici e con curiosità per il futuro. Perché in fondo, il vero Capodanno in Puglia è questo: un momento in cui la cucina diventa cultura, la tavola diventa casa e la terra diventa gratitudine. Buon anno… e buon appetito, alla maniera pugliese!
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