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Un nuovo sistema utilizzato per la prima volta nel Meridione dall’Unità operativa di Cardiologia interventistica del Vito Fazzi di Lecce ha consentito di demolire le placche coronariche rimettendo il cuore di un’anziana signora in salute. La tecnica innovativa utilizzata nella provincia pugliese è denominata “Shockwawe” ovvero, sistema ad onde d’urto, che si identifica come un vero e proprio sistema d’eccellenza per demolire le placche coronariche e rimettere il cuore in salute.
Il metodo è stato applicato dall’equipe medica su una paziente di 78 anni, reduce da angina da sforzo con molteplici fattori di rischio cardiovascolare. L’esame coronografico aveva evidenziato una stenosi critica, ovvero il restringimento dell’arteria coronaria, pertanto l’equipe sotto la direzione del dottor Giuseppe Colonna aveva deciso di applicare Shockwawe, presentata a Parigi nel congresso Pcr dello scorso maggio.
La donna è stata poi sottoposta al trattamento percutaneo, con una procedura minimamente invasiva per evitare l’intervento chirurgico con l’esecuzione della tecnica shockwawe e l’angioplastica tradizionale con la quale si è consentito l’impianto di stent multipli, dei piccoli tubicini utilizzati per riparare le arterie ostruite o indebolite. L’applicazione dell’innovativa tecnica ha consentito di rimodellare la lesione calcifica e di trattarla agevolmente con l’angioplastica di routine.
Il direttore dell’Unità operativa di Cardiologia interventistica del Fazzi, Giuseppe Colonna, ha sottolineato la soddisfazione per l’operazione attraverso questo metodo già utilizzato in Urologia per il trattamento della calcolosi renale, che ha permesso di trattare con semplicità e sicurezza le lesioni coronariche maggiormente calcifiche. Queste placche molto dure sono difficilmente dilatabili con i classici palloni di angioplastica e con gli stent. La nuova metodologia consente di rivoluzionare il trattamento delle lesioni coronariche grazie al sistema per litotrissia intravascolare coronarica. Il sistema prevedeva precedentemente delle metodiche cruente e aggressive come ad esempio il Rotablator, tutte molto rischiose per il paziente.
Data: 26 Giu 2018
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