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Ieri è stata la giornata mondiale degli ulivi. Proclamata dall’UNESCO e festeggiata ogni 26 aprile, questa ricorrenza è stata particolarmente sentita anche in Puglia, regione costituita da un patrimonio di 250 milioni di piante anche monumentali.
Importante ruolo economico, ambientale, culturale e salutistico della produzione dell’olio di oliva, colonna della dieta mediterranea, la coltura di questo prodotto è, come noto, diffusa in tutto il territorio regionale.
La Puglia, dopotutto, grazie alla sua estensione della superficie agricola, al numero di aziende interessate, rappresenta una delle più grandi regioni olivicole italiane ma non solo: basti pensare che a livello mondiale il 12% della produzione di olio d’oliva è rappresentato proprio dall’eccellenza pugliese.
Il pregio degli oliveti di questa regione, come ha ricordato il presidente di Coldiretti Savino Muraglia, è quello di riuscire a mantenere le caratteristiche paesaggistiche e ambientali del territorio.
Nonostante questo immenso patrimonio sia minacciato dai cambiamenti climatici, dalle oscillazioni produttive e dall’emergenza Xylella, ciò che fa ben sperare è che, con l’emergenza coronavirus, 9 famiglie su 10 consumano olio extravergine d’oliva tutti i giorni, con una crescente attenzione verso il prodotto di qualità che ha favorito la nascita di corsi e iniziative nelle sale di degustazione di frantoi, agriturismi e aziende agricole.
“La cultura dell’olio extravergine – ha insistito Muraglia – deve quindi crescere in Italia e all’estero, costruendo percorsi di promozione e valorizzazione anche grazie alla legge sul turismo dell’olio che ha esteso alle attività di oleoturismo le disposizioni relative all’attività di enoturismo”, insiste Muraglia.
Il settore oleario, dunque, è forse uno dei pochi che ha resistito meglio all’emergenza sanitaria, con un calo solamente del 2% delle esportazioni di olio extravergine pugliese all’estero nei primi 6 mesi del 2020, quando la domanda estera di olio imbottigliato è arrivato soprattutto dagli USA e dalla Francia.
L’Italia, dopotutto, è il primo consumatore mondiale di olio di oliva. A sostenere la domanda mondiale, come sottolineato, sono certamente gli effetti positivi sulla salute associati al consumo di olio di oliva provati da numerosi studi scientifici che hanno fatto impennare le richieste di quel segmento di popolazione che nel mondo è attento alla qualità della propria alimentazione.
Data: 27 Nov 2020
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