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Cipolla di Margherita Igp chiude il 2017 in attivo, vendite in aumento

Cipolla di Margherita Igp chiude il 2017 in attivo, vendite in aumento

Le vendite della cipolla di Margherita di Savoia sono in netta crescita, a dispetto della particolare situazione economica del settore con la sua annata sfavorevole e l’aumento delle importazioni internazionali. Questo dato viene rilevato a quasi due anni di distanza dalla certificazione del prodotto come Igp (indicazione geografica protetta) che si è aggiunta al già posseduto marchio Dop (denominazione di origine protetta).

Chiudere il 2017 in attivo è stata dura oltre che una grande soddisfazione da parte di tutti gli addetti ai lavori: il mercato delle cipolle nell’ultimo anno è stato particolare e difficile da affrontare per i coltivatori italiani e pugliesi, dove ad un’eccessiva produzione si è aggiunta la massiccia importazione del prodotto dall’estero, contingenza che ha portato ad un crollo del prezzo della cipolla.

A salvare la produzione è stato proprio il marchio Igp per la cipolla di Margherita: se nel 2016 certificando su un 66mila quintali coltivati un totale di quasi 17mila quintali totalmente venduti, nel 2017 il valore si attestava a poco oltre i 22mila quintali (anch’essi distribuiti nella loro totalità). Il 30% di cipolle di Margherita Igp messe in vendita in più nel corso di un’annata critica che dimostrano come i marcati e la grande distribuzione ponga l’accento sulla grande qualità dimostrata dal prodotto pugliese.

È stato anche il risultato di una massiccia manovra promozionale dove ci si è impegnati a far conoscere a livello nazionale le caratteristiche di questo prodotto così particolare. La cipolla di Margherita di Savoia, coltivata solitamente nell’area che va dalla città delle Saline a Zapponeta e Manfredonia, non è messa a coltura nel normale terreno da coltivazione ma nelle sabbie dell’Adriatico sud-Garganico protette da una precisa convenzione internazionale (Ramsar 1979). Da queste piantagioni dipendono un totale di venti aziende di piccola produzione, due cooperative, quattro aziende dedite al confezionamento; una sostanziosa percentuale del settore agricolo del territorio che dedica ad ogni cipolla un totale di 22mila giornate lavorative, dal momento della semina a quello del raccolto.


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