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Referendum, la Puglia dice NO: a Brindisi e Taranto i picchi più alti

Referendum, la Puglia dice NO: a Brindisi e Taranto i picchi più alti

Un “NO” deciso, in Puglia e da parte dell’Italia. La risposta al quesito posto dal referendum del 4 dicembre è arrivata netta: nella nostra regione ha votato per ora il 61,71 per cento degli aventi diritto, mentre con il 67,2 per cento, una delle percentuali più alte d’Italia, i pugliesi hanno bocciato la riforma costituzionale. L’affluenza in tutta la Puglia è stata di circa sette punti in meno rispetto alla media nazionale. Le province con le maggiori affluenze per il “NO” sono state quelle di Brindisi (69%), Taranto e Bari (68%). Seguono la Bat al 67,1 per cento e Foggia al 65,6 per cento. La percentuale più alta di Sì, invece, è maturata nella provincia di Lecce dove i favorevoli alla riforma sono stati il 35 per cento contro il 64 per cento di contrari. Da segnalare da un lato Villa Castelli, nel brindisino, con il più alto numero di No al 78,5 per cento; dall’altro Noci dove il No, seppure in largo vantaggio, scende al 54,7 per cento.

Alle urne sette punti percentuali in meno rispetto all’affluenza nazionale

“Buonanotte a tutti. La nostra Costituzione e salva” è stato il sintetico e sferzante commento diffuso sulla propria pagina Facebook dal presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano (Pd), corredando la frase con l’immagine di tre bandiere dell’Italia. Il suo commento è arrivato a poca distanza dall’esito del referendum costituzionale per cui nel ‘tacco d’Italia’ ha votato il 61,71% degli aventi diritto. Emiliano aveva espresso pubblicamente la sua contrarietà alla riforma dicendo che avrebbe votato No, pur sottolineando che non si sarebbe impegnato nella campagna elettorale contro le modifiche alla Costituzione. Tuttavia gli attriti con il premier dimissionario Matteo Renzi, segretario del suo stesso partito, dopo una recente tregua siglata a Roma si erano nuovamente accentuati negli ultimi giorni sul tema delle risorse per affrontare le emergenze sanitarie dovute all’inquinamento a Taranto, causato in particolare dalla presenza dello stabilimento siderurgico Ilva.


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