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La Puglia vanta al suo attivo un panorama enogastronomico tra i più ricchi e particolari di tutto il territorio nazionale e del mondo, una regione che ha fatto da sempre del gusto e della qualità il suo marchio di fabbrica e che per questo ha ottenuto nel tempo diversi riconoscimenti che ne attestano il valore. Chi sceglie di consumare un prodotto made in Puglia sa che sta scegliendo un alimento che ha superato solitamente una stringente politica di controlli dalla coltivazione alla produzione sino alla distribuzione, portando alla sua tavola il meglio che è possibile reperire sul mercato.
Il marchio DOP, denominazione di origine protetta, è un marchio rilasciato dall’Unione Europea di tutela giuridica attribuita agli alimenti le cui peculiari caratteristiche qualitative dipendono essenzialmente dal territorio in cui sono stati prodotti. Indica pertanto un prodotto unico per via dei suoi attributi geografici e produttivi, oggetto di controlli particolarmente stringenti, poterne vantare alcuni nella propria regione è oggetto di grande vanto.
La Puglia ne ha al suo attivo diversi, di cui 5 che si riferiscono agli oli prodotti nella regione, definiti da questo punto di vista il vero e proprio “Oro di Puglia”: è la prima regione in Italia per quantità di produzione, il suo olio viene esportato in tutto il mondo ed è contraddistinto da un sapore ed un odore inconfondibile. Le olive pugliesi probabilmente risalgono a circa un millennio fa e la pianta sorge solo in condizioni particolari, dando il meglio in terreni collinari sia di tipo calcareo che argilloso nelle vicinanze del mare. In Puglia l’olio possiede qualità particolari che rendono possibile il suo utilizzo su una quantità enorme di piatti avendo ripercussioni positive sulla salute. Gli oli DOP della Puglia sono il Collina di Brindisi, il Dauno, le Terre d’Otranto, le Terre di Bari e le Terre Tarantine.
Il Pane di Altamura è stato il primo della sua tipologia ad essere riconosciuto tra i prodotti DOP al mondo e per essere tale deve rispondere a precise norme che comprendono colore, spessore della crosta e livello di umidità interno del prodotto. Rappresenta da solo il simbolo della cultura agropastorale dell’Alta Murgia e diventava un atto corale, cotto dalle donne in grandi forni comuni dove tutti collaboravano per realizzare l’alimento al meglio possibile, con il suo esterno duro per resistere al tempo e il suo interno soffice da accompagnare ad olio e sale. Persino Orazio nelle sue Satire lo definì il pane migliore del mondo.
Tra i prodotti DOP pugliesi figurano anche i formaggi, tra cui il canestrato pugliese, il caciocavallo silano e la mozzarella e la ricotta di bufala, tutti caratteristici di precise aree della regione. Il canestrato deve il suo nome alla realizzazione in canestri specifici in cui viene lavorato il latte di pecora prodotto da greggi che solitamente tornano dall’Abruzzo a svernare sul territorio foggiano, su quello barese e della BAT. Il caciocavallo silano è caratterizzato da una forma specifica con una crosta specificatamente sottile e un colore paglierino, a dispetto del nome associato alla Sila tipicamente Calabrese è possibile trovarlo anche sul territorio delle Murge e deve il suo marchio DOP alle precise modalità con cui viene lavorato partendo da un latte di altissima qualità.
I prodotti a base di bufala, originari in passato della Campania, vengono realizzati oggi in Puglia per lo più in provincia di Foggia e per ottenere il marchio di prodotti DOP i controlli vengono effettuati sin dai foraggi con cui si alimentano le mucche da cui si otterrà il relativo latte. Questo è indice dell’elevata serietà con cui viene affrontata la produzione dello stesso, ma per il gusto particolare della mozzarella e della ricotta realizzate a base di bufala ne vale la pena: avvolgente, ricca di proteine, capaci di riscaldare con un solo morso il cuore di chiunque le assapori.
La Puglia gastronomica è ricca di particolari prodotti DOP che si confermano sempre più sinonimi di estrema qualità e gusto in tutto il mondo, ogni anno sono migliaia i turisti che giungono sulle terre del tavoliere per il suo mare d’estate e vi tornano tutto l’anno per il cibo.
Data: 21 Feb 2018
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