La Tarantella, come patrimonio, quando la cultura e la storicità si incontrano nella tradizionale ritmicità pugliese. La Convenzione sul patrimonio mondiale dell’UNESCO pone infatti come obiettivo quello di identificare quelle particolarità dal punto di vista culturale o naturale. E perché non parlare di un patrimonio musicale? Questa volta ad avere “ritmo” in capitolo è la tarantella del Gargano, uno dei generi musicali più belli e antichi del sud dell’Italia. Quando pronunciamo la parola “tarantella”, nella mente pensiamo a musica, balli e trullala senza essere a conoscenza del fatto che questa è la danza italiana più famosa all’estero.
Questa melodia dal nome buffo, ha origini molto antiche: era tramandata oralmente da pastori che associavano le basi ritmiche ai nomi dei paesi della zona. Per quelli che ancora pensano alla tarantella come a un ballo buffo da danzare, forse sarebbe meglio approfondire la questione. Etimologicamente il termine tarantella deriva dalla taranta, poiché era credenza popolare pensare che coloro i quali erano morsi da quest’animale, potessero essere guariti solo con canti e balli.
Il pezzo forte della tarantella era il tamburello, che senza bisogno di alcuno strumento, riusciva a creare l’atmosfera giusta per far festa. Il tamburello era usato per “scazzacare” la taranta che si era impossessata del corpo del malcapitato. A differenza della pizzica salentina, nella tarantella bastava percuotere con la sola punta delle dita il tamburello, una mossa semplice ma dal grande effetto.
Paese che vai usanza che trovi. La tarantella però non è un ballo prettamente pugliese, ma ha stregato con la sua melodia molte terre del sud dell’Italia. Ad esempio la tarantella napoletana, o per meglio dire “la tammurriata” si rifà al proverbio “chi più ne ha più ne metta”. Nella tammurriata oltre al tamburello, sono utilizzate le nacchere, martelli ritmici e bastoni con sonagli che comportano l’uso di braccia, mani e busto. Insomma una danza che coinvolge anima e corpo.
Se ancora si pensa alla tarantella come ad un’usanza di basso costume, bisognerà scavare più a fondo: basta accompagnare il termine con l’aggettivo “colta” ed il gioco è fatto. Proprio così pensarono molti compositori che diedero vita al genere della “tarantella colta”, uno dei quali Giacomo Rossini che compose “la danza” ispirandosi al genere musicale. D’altronde occhio non vede cuore non duole. E poi c’è chi della tarantella ha fatto un vero e proprio genere musicale: la terranima, un mix di tradizione popolare e sonorità attuali. La terranima sarà presentata alla “Notte Della Taranta”, il festival musicale folclorico più grande in Europa che vedrà esibirsi il sassofonista dei Rolling Stones, Tim Ries e tanti altri. La programmazione è fissata per agosto 2017 nella nostra amata Puglia, quale scusa migliore per venire a farci un giretto? Ai posteri la scelta!
Data: 27 Giu 2017
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