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Locorotondo, il saluto che fa discutere: “Non è fascismo”

Locorotondo, il saluto che fa discutere: “Non è fascismo”

Braccia tese verso l’alto, che ricordano tanto da vicino il noto il saluto fascista. E’ il gesto che ha fatto scatenare una serrata polemica in quel di Locorotondo, provincia di Bari: è così che Paolo Giacovelli e Ermelinda Prete, due esponenti del centro-destra candidati con la lista capeggiata dal confermato sindaco Tommaso Scatigna (Avanti Locorotondo) hanno festeggiato il loro fresco ingresso in consiglio comunale. Un gesto goliardico, che però non passa inosservato, e con ogni probabilità deriva dalle accuse incassate dai due durante l’infuocata campagna elettorale tenuta nel centro della Valle d’Itria in provincia di Bari.

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Un saluto scattato con leggerezza, troppo, e condiviso sui social networks, suscitando decine di commenti bipartisan. A non tardare è stato però anche l’arrivo di scuse e spiegazioni di rito: a tentare di stemperare le tensioni è stata infatti proprio la consigliera Prete, che sempre via Facebook ha parlato di “festeggiamenti esagerati” e ha escluso ogni “intento fascista”, scusandosi per l’accaduto e difendendo quei ragazzi “a cui devo ogni mio successo”. Le accuse di apologia del fascismo, le repliche e le contro-repliche procedono anche mentre scriviamo: di certo, però, resta un dato. Alla storia va dato un peso, prima di ricordarla in ogni sua forma.


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