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Tramandate di generazione in generazione, mutate nel corso del tempo da nonni e padri che ogni volta aggiungevano dei particolari avvincenti, le leggende legate al Salento sono parte, da sempre, della tradizione e del folclore della regione Puglia. Nessuna nuova tecnologia, nessuno smartphone e nessun libro virtuale potranno mai eguagliare la bellezza delle storie raccontate ai più piccoli intorno al focolare. Tutti si riunivano stretti, legati da un profondo affetto e, soprattutto, dalla voglia di ascoltare le leggende legate alle loro radici.
Storie di draghi, fanciulle ed esseri mitologici, ma anche di santi e oggetti incantati che vi porteranno a compiere un viaggio inaspettato. Una di queste è la leggenda legata alla “pietra miracolosa” della cappella di San Vito a Calimera. Il giorno di Pasquetta è quello ideale per accedere al tempio situato ad est del cimitero, sulla strada per Martano. Al centro della navata, giace sul terreno un masso forato, che ogni volta è attraversato da pellegrini di ogni peso, età e sesso. La leggenda narra che solo lo spirito animato da purezza e da una fede solida può attraversare questo monolite. Il suo passaggio è purificatorio per tutti coloro che decidono di compiere quest’azione insolita.
Molte sono le pietre salentine intorno alle quali sono nate delle vere e proprie leggende: è il caso di quelle che si trovano nelle campagne fra Minervino e Giuggianello, un piccolo comune pugliese. Queste pietre si trovano tra la vegetazione e, non è molto semplice trovarle, ma quando appaiono alla vista, il loro spettacolo è mozzafiato. La tradizione popolare ha dato a queste pietre dei nomi fantastici e, una delle più famose è “lu Furticiddhu de la Vecchia”. Secondo il noto archeologo francese François Lenormant, questo masso è la prova fisica del “mito di Ercole”, narrato da Aristotele al suo tempo. La leggenda narra che quando Ercole rincorse i Titani fino all’attuale Otranto, lanciò loro dei sassi enormi, uno dei quali cadde su un cumulo di pietre, restando perfettamente in equilibrio. Un’altra piccola curiosità è quella dei Titani che spinsero Ercole verso il mare, ma non ebbero la meglio e annegarono: dai loro corpi nacquero le acque di Santa Cesarea.
Non sono solo leggende di giganti ed eroi, ma anche storie d’amore, una di queste è quella della bellissima principessa di Brindisi e del cavaliere misterioso arrivato da Oriente. La leggenda narra che il nobile don Alfonso, signore al tempo della dominazione spagnola, aveva una sola figlia femmina, bellissima, che essendo ormai in età da marito, doveva essere concessa in sposa al cavaliere più forte e valoroso del regno. Decise così, all’interno dell’attuale castello dell’isola di Sant’Andra, di far alloggiare tredici fanciulle vestite nello stesso modo, tra cui sua figlia, la principessa, che sarebbe andata in sposa al cavaliere che indovinava chi fosse tra le tante. Nessun cavaliere riuscì nell’impresa e la principessa cominciò a morire di noia. Ma nel lontano Oriente, un bellissimo giovane, figlio di un sultano, fu attratto dalla sfida e arrivò con le sue navi a Brindisi. Fece costruire un’aquila d’oro che riusciva a contenere una persona e che emanava dalle sue ali un profumo incantevole. Il re chiese di far vedere l’aquila a sua figlia per dargliela in dono e, furbamente, il principe si nascose al suo interno. Il seguito vien da sé, proprio perché i due giovani s’innamorarono perdutamente e vissero per sempre felici e contenti.
Data: 26 Set 2017
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