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Quante emozioni nascoste nella parola Puglia: solo chi ci è stato almeno una volta può comprendere il calore e la passione trasmessi da questa terra selvaggia e allo stesso tempo incantata. Forse i meno fortunati potranno sentirne parlare attraverso leggende e racconti che fanno parte da sempre della storia di questa regione. Storie di mari che dalle loro acque hanno ridato la vita a chi a causa loro l’hanno persa, storie di fanciulle e pastori innamorati, storie di storie che hanno dato alla luce alcune delle più belle città italiane e oltre.
La maggior parte delle città pugliesi è avvolta da un mistero che viene tramandato nel corso del tempo e, proprio per questo, si può comprendere come siano stati aggiunti volta per volta dei piccoli o grandi particolari alla vicenda. A molti piace pensare che queste leggende pugliesi siano nate da un fondo di verità, ad altri un po’ meno, ma non per questo non valgono la pena di essere raccontate: la storia di Santa Lucia è una di queste. Si narra che un vaccaro il quale solitamente portava le sue mucche al pascolo, in un periodo di grande siccità decise di pascolare la mandria vicino alla Cappella che era l’unico luogo dove c’erano ancora delle boscaglie. L’uomo notò che una mucca era solita allontanarsi dalla mandria e per questo decise di seguirla. Facendosi strada tra gli arbusti, rimase sbalordito dalla scena: la mucca beveva dalle acque del fiume con le ginocchia piegate, accanto al quadro di Santa Lucia. La mucca aveva bisogno di bere a causa della siccità e si adattò come meglio poteva. Non sempre Dio si serve di fenomeni soprannaturali, ma anche di quelli più istintivi.
Anche la romantica storia del merletto vale la pena di essere raccontata ed annoverata tra le leggende pugliesi e pare sia nata proprio in terra pugliese. Famoso è il pizzo di Fiandra che nasconde dietro i suoi fili un’incredibile leggenda. Questa racconta che a Bruges viveva una giovane ragazza di nome Serena, famosa per la sua bellezza ma anche per la sua povertà. Era innamorata perdutamente di un artista che la ricambiava a sua volta. Purtroppo la madre di Serena era ammalata e, proprio per questo fece un voto a Dio promettendo di non amare più il giovane artista in cambio della guarigione di sua madre. Mentre Serena confessava all’innamorato il suo giuramento, nel suo grembiule cadde da un albero una ragnatela sottilissima. La ragazza pensò di portarla con sé a casa per riprodurla con i suoi fili e fu proprio l’artista ad aiutarla. Così dalle mani di una semplice ragazze e di un’artista, nacque il primo pizzo di Bruges. Tutte le dame a corte vollero avere in dosso il pizzo creato da Serena, la quale fortuna portò alla guarigione di sua madre. Anche l’amore trionfò, quando dall’albero dove i giovani si recavano per piangere, cadde un’altra ragnatela che portava scritto l’annullamento del voto. In realtà il pizzo è nato in Italia, probabilmente in Puglia, alla fine del ‘400, ma chi lo sa se furono i due giovani innamorati gli ideatori.
Una tra le leggende pugliesi avvolge anche la città di Vieste: si racconta che Noè, subito dopo il diluvio, decise di approdare sulle coste del Gargano per restarci fino alla fine dei suoi giorni. Alla morte di sua moglie Vesta, volle dedicarle un’intera città che prese il nome di Vieste. Anche una delle sue spiagge più famose ha una storia da narrare: la spiaggia di Pizzomunno con la storia di Pizzomunno e Cristalda, due giovani innamorati. Il ragazzo, era un pescatore che si recava tutti i giorni con la sua barca in mezzo al mare e, ogni giorno, veniva adulato dalle sirene che volevano farlo loro, ma il giovane dimostrava sempre la sua fedeltà per Cristalda. Le sirene gelose, decisero di risucchiare Cristalda nelle acque del mare mentre Pizzomunno dal dolore, si pietrificò nel famoso monolite che ancora oggi è ammirato da moltissimi turisti. Si dice che i due innamorati dopo 100 anni dalla loro morte, si debbano riabbracciare e rivivere il loro amore solo per una notte. Che ci si creda o no, queste sono le magiche leggende pugliesi.
Data: 4 Set 2017
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