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Un timore crescente per la mancanza di lavoro di figli e nipoti e per le proprie difficoltà economiche dovute a pensioni troppo basse, per la salute e in particolare per le lunghe liste di attesa, per la propria sicurezza e sfiducia nella politica. Sono le principali preoccupazioni degli anziani pugliesi emerse dalla video-inchiesta commissionata dallo Spi Cgil Puglia (Sindacato Pensionati Italiani) e realizzata dal sociologo Leo Palmisano per la cooperativa Radici Future Produzioni. L’inchiesta, fatta in 14 città pugliesi su un campione di 200 anziani, è stata realizzata attraverso interviste con domande su paure, futuro, economia, criminalità, città e territorio ed è stata presentata oggi alla presenza, tra gli altri, del presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano.
«Quello che è avvenuto negli ultimi anni con i tagli alla spesa sociale ha contribuito ad alimentare le forme di esclusione» le parole del segretario Spi Cgil Puglia, Gianni Forte, ricordando che «per la prima volta nella storia dell’umanità le persone di età superiore ai 65 anni superano i bambini con meno di 5 anni. Le politiche per l’invecchiamento attivo – ha detto Forte – devono entrare a pieno titolo nell’agenda del governo regionale. Serve un segnale di attenzione, ma anche risorse e sostegno. I nostri anziani sono una risorsa perché sostengono le famiglie ma in cambio ottengono servizi che non funzionano, come nella sanità». In Puglia le persone anziane sono più del 22 per cento dell’intera popolazione e il 60 per cento di loro vive con pensioni sotto i 500 euro. Il taglio ai servizi socio sanitari è uno dei temi più dibattuti: «La Puglia è figlia di un Dio minore –spiega il governatore Michele Emiliano- Il Fondo sanitario nazionale annualmente ci destina 600 milioni meno dell’Emilia Romagna, regione a noi simile, e operiamo con 15mila addetti in meno. C’è bisogno di un riequilibrio anche perché stiamo applicando le leggi, mettendo a posto i bilanci. Avrei fatto a meno di chiudere ospedali ma il 60 per cento dei pugliesi va in undici ospedali e abbiamo ancora 31 strutture ospedaliere per quattro milioni e mezzo di abitanti. Non sono pochi». Nei fatti, una ricerca che rappresenta uno spaccato dell’intero Paese.
Data: 5 Lug 2017
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