Il cipollotto amarognolo o selvatico, meglio noto come lampascione, è una coltivazione tipica del territorio salentino, agevolato dal clima mite del territorio e dall’ambiente tipicamente mediterraneo. Rientra in quella categoria di primizie che solo la terra pugliese è in grado di offrire, trovandosi in una posizione geografica e avendo una struttura fisica che le rende particolarmente agevole la crescita di prodotti capaci di sposarsi bene a tavola con ogni genere di piatto.
Riconosciuto anche con il nome latino di Muscari Comosum, il lampascione era apprezzato sin dai tempi degli antichi egizi, e in seguito anche dai greci e dai romani, in particolare per le incredibili abilità depurative che è in grado di offrire, insieme a quelle diuretiche e lassative. La sua fama era tale che diversi autori latini ed ellenici lo celebrarono in molte opere scritte, come ad esempio Plinio il Vecchio ed Ovidio, i quali sottolinearono le capacità stimolanti e afrodisiache tipiche del lampascione. Non un caso, che i romani li offrissero in occasione delle celebrazioni coniugali e dei matrimoni, come augurio di prosperità e fertilità.
Il cipollotto selvatico è conosciuto anche come cipolla canina ed è riconoscibile facilmente dal suo aspetto particolare, ovvero quello di un globo dalle tendenze rosse ricco di escrescenze violacee, dalla consistenza elastica e gommosa e dal sapore tendenzialmente portato all’amaro. Il gusto unico e profondo dell’ortaggio lo rende adatto ad aromatizzare diverse ricette, sposandosi bene non solo con la salsa di pomodoro ma con diversi tipi di piatti.
Il lampascione appartiene ai prodotti tipicamente primaverili della regione Puglia, sebbene la sua coltivazione debba essere necessariamente effettuata nel periodo autunnale, dove i semi vengono piantati con cura a oltre dieci centimetri sottoterra per poterne permettere una buona coltura e per riuscire a sopravvivere ai cinque anni necessari per raggiungere la piena maturazione.
Verso la fine di marzo il cipollotto selvatico è annualmente celebrato durante la Festa della Madonna dei Lampascioni di Acaya, in Salento, e nello stesso territorio è un ingrediente fisso dei piatti della Festa del Papà. Utilizzato a tale scopo, il lampascione può prestarsi a diversi tipi di preparazione culinaria, tuttavia è consuetudine lasciarne a mollo il bulbo per circa un’ora al fine da eliminare il tipico sapore profondamente amaro. Il suo gusto lo rende perfetto per piatti di carne e pesce, per frittate e zuppe, con patate e pomodori, e se conservato sott’olio è perfetto con formaggi e salumi.
Apprezzato anche dai più salutisti, il lampascione è riconosciuto anche per le sue proprietà antinfiammatorie e antimicrobiche, ed è utilissimo per combattere l’acne se bollito e mescolato al miele.
Data: 18 Mag 2018
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