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La Puglia torna a crescere, lo dice il report di Bankitalia

La Puglia torna a crescere, lo dice il report di Bankitalia

Occupazione salita del 2.5% nel 2015, export su del 2.6

Esportazioni complessivamente in aumento da gennaio a giugno, nonostante un cattivo andamento del settore siderurgico; e ancora, aumenta la produzione, diminuisce la disoccupazione e si riprende l’edilizia. Sono i dati emersi da “L’economia della Puglia”, aggiornamento congiunturale presentato ieri in anteprima a Bari presso la sede della Banca d’Italia. Il ritratto della nostra regione mette in luce un territorio in lieve crescita nei primi nove mesi del 2015, con migliorie percepibili nel mercato del lavoro.

L’occupazione è cresciuta del 2,5% nei primi sei mesi del 2015, mentre l’export segna 2.6 punti percentuali in più rispetto al 2014, dati positivo ai quali fanno da controcanto la mancanza di propensione delle imprese nell’attuare investimenti (dato che secondo lo studio dovrebbe ristagnare anche nel 2016) e i mancati miglioramenti delle condizioni di credito: “Gli indicatori congiunturali- è spiegato nel documento- evidenziano il ritorno ad una crescita modesta. L’attività industriale è migliorata lievemente e secondo le indicazioni del sondaggio condotto da Banca d’Italia le imprese che dichiarano un’espansione del fatturato sono diventate più numerose di quelle che dichiarano un calo, soprattutto tra le realtà più grandi e tra quelle più orientate ai mercati internazionali”. Secondo gli analisti su un campione di 320 imprese interpellate (con oltre 20 addetti) la maggior parte indica una ripresa del fatturato: nel primo semestre del 2015 gli indicatori del mercato del lavoro-è scritto nel documento-hanno registrato un miglioramento significativo, con l’aumento del numero degli occupati e il calo del tasso di disoccupazione, rimasto tuttavia elevato rispetto alla media nazionale. Il lieve recupero dell’attività produttiva si è però riflesso solo in parte sulla dinamica del credito, mentre la panoramica sui nuclei familiari pugliesi evidenzia che alla riduzione del credito al consumo “si è contrapposta la crescita dei mutui per l’acquisto delle abitazioni”.


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