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Gravine e insediamenti rupestri. Percorso archeologico

GRAVINA DI PUGLIA » Gravine, Fondazione “Ettore Pomarici-Santomasi”
MASSAFRA » Chiese-cripte, chiese-grotte
MOTTOLA » Chiese rupestri e affreschi
LATERZA » Cripte, Museo Didattico Archeologico
GINOSA » Insediamenti rupestri, cripte

GRAVINA DI PUGLIA

La bella città di Gravina di Puglia sorge sull’orlo di un profondo burrone (gravina) scavato nel corso dei millenni dall’omonimo torrente Gravina di Picciano. La città, di origine preistorica, fu un centro peucetico abitato fin dal VII sec a.C. identificabile probabilmente con l’antica Sides o Sidion che sorgeva appunto a ovest del torrente; molto attiva sotto i romani col nome di Silvium venne distrutta dai Vandali. La distruzione costrinse gli abitanti a rifugiarsi presso alcune cavità presenti nella gravina, dando così vita ad una vera e propria civiltà rupestre: centinaia di grotte scavate nelle pareti del burrone di cui le famose laure basiliane (chiese rupestri fondate secondo tradizione dai monaci Basiliani) sono il fenomeno artistico più evidente, ma che comprendevano anche abitazioni, cantine, frantoi , magazzini. Tra le più interessanti “San Michele delle Grotte”, la “Madonna della Stella” (già luogo di culto precristiano), la “Cripta del Padreterno” e le “Sette Camere” complesso rupestre destinato ad uso pubblico costituito da sette ambienti intercomunicanti ognuno dedicato al proprio santo. In un seicentesco palazzo nobiliare ha sede invece la Fondazione “Ettore Pomarici-Santomasi”, centro della cultura gravinese con le sezioni di Archivio, Biblioteca e Museo: all’interno di quest’ ultimo sono conservati elementi architettonici di varie epoche quali, lastre tombali, capitelli, architravi e stemmi in mazzaro; al secondo piano troviamo la mostra archeologica “ Aristocrazia e Mito”, con reperti datati tra il VII e il III sec, e la Raccolta Archeologica quantificabile in circa 2000 pezzi.

MASSAFRA

La zona è fortemente caratterizzata da fenomeni carsici, con profonde incisioni torrentizie che hanno dato vita nel corso dei secoli a tortuose gravine e profondi burroni che rendono il paesaggio un unicum nel suo genere, tanto da definirne il centro principale Massafra come la “Tebaide d’Italia”. Questa singolarissima città si erge difatti sulle due sponde della Gravina di S. Marco che ne divide in due l’abitato, la “terra” e il “borgo” congiunte dal ponte vecchio e dal ponte nuovo; i primi abitanti di Massafra si insediarono nel luogo all’inizio del medioevo spostandosi dalle numerose caverne verso il paese lasciando le stesse ai monaci basiliani i quali le adattarono ad uso cultuale creando le spettacolari chiese-cripte e chiese-grotte decorate da splendidi affreschi d’ispirazione bizantina: tra queste risaltano la Chiesa-Cripta di S.Marco a tre navate e la Cripta di S.Leonardo con le sue numerose decorazioni parietali; molto interessante è la struttura ubicata fuori dall’abitato denominata “farmacia di Greguro il Mago”: si racconta che nella misteriosa costruzione costituita da una serie di caverne comunicanti si nascondesse l’eremita mago Greguro, perseguitato, con la sua figlioletta Margheritella. Le grotte gli servivano oltre che per nascondiglio anche per conservare le sue prodigiose erbe medicinali. A breve distanza troviamo un altro esempio di struttura legata alle tradizioni più arcaiche: la grotta del Ciclope che col suo nome richiama il mito di Ulisse e Polifemo. La recente indagine archeologica nella zona di S. Angelo ha permesso di evidenziare inoltre una piccola necropoli, ancora oggi da circoscrivere, con al centro uno sperone roccioso: su di esso è insiste un’area sacrale utilizzata molto probabilmente per rituali funebri e un piccolo nucleo grottale con una curiosa grotta chiamata “delle navi” recante sulle sue pareti dei segni distintivi di navi, da cui deriva la denominazione, insieme a croci e iscrizioni greche, di cui è possibile leggerne una sola traccia superstite.

MOTTOLA

Centro dell’alta murgia tarantina, Mottola vanta una storia antica quanto ricca: di origine italica ebbe un ruolo importante sotto i Greci di Taranto e in seguito sotto la colonizzazione romana per poi essere riedificata dopo le distruzioni saracene dai Normanni. La città nasconde nel suo territorio centinaia di affreschi accolti da oltre trenta chiese rupestri, tra tutte la più suggestiva è quella di S. Nicola che per via del grande Giudizio Universale viene considerata la Cappella Sistina della civiltà rupestre: l’affascinante struttura a tre navate vanta pregevoli affreschi dell’XI-XIV sec. tra i quali spicca per eleganza e raffinatezza il Cristo tra Maria e il Battista (il Cristo Pantocrator in Deesis) presente nel vano absidale e risalente all’XI sec. Altrettanto meritevole è la chiesa rupestre di S. Angelo in Casalrotto a due piani con affreschi duecenteschi.

LATERZA-GINOSA

Agli estremi confini occidentali della Puglia, sull’orlo di una delle più profonde gravine esistenti (tutelata da un’oasi LIPU), sorge Laterza, città dalle origini antichissime come attestano i reperti rinvenuti nella necropoli e risalenti all’età del Bronzo (“genti di Laterza” vengono chiamati gli abitanti della Puglia nel II millennio a.C.).
L’antica “Terra” si affaccia sul ciglio di una profonda gravina le cui pareti sono forate da numerose grotte anticamente abitate e usate come luoghi di culto tra le quali ricordiamo la Cripta di S.Giorgio, del Cristo Giudice e di S.Caterina. Inoltre la roccia calcarenitica facilmente scavabile ha permesso all’uomo di creare, lungo le pareti rocciose e al loro interno sentieri, scalette, terrazzamenti, sistemi di raccolta e distribuzione dell’acqua piovana che rendono il paesaggio un unicum a livello nazionale e internazionale (la Gravina di Laterza è uno dei più grandi canyons d’Europa).
Il Museo Didattico Archeologico accoglie i numerosi reperti della civiltà neolitica rinvenuti nell’area; interessante per l’indagine del territorio la carta geologica informatica che consente la visualizzazione di mappe, immagini satellitari e fotografie aree dell’intero comprensorio.
A pochi chilometri da Laterza possiamo visitare Ginosa, l’antica Genusium, colonia romana ricordata da Plinio, nota nella letteratura archeologica per essere stata patria, nel IV sec. a.C. del Maestro di Ginosa, orafo a cui sono attribuiti il bellissimo diadema con “nodo erculeo” e una coppia di orecchini con disco e pendente conico, esposti attualmente tra gli ori conservati presso il Museo Archeologico di Taranto. Molti gli insediamenti rupestri e le cripte presenti nel territorio come quella dedicata a Santa Domenica nella Gravina Casale dove a Pasqua si svolge una suggestiva Passio Christi con oltre 330 comparse.



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