Continuano gli scavi archeologici di Siponto: in poco più di due anni l’equipe di archeologi è riuscita ad avviare sei sedi di scavo, ma la conoscenza della città è ancora parziale.
Infatti solo il 5% dell’antica città romana è stata portata alla luce, tutto il resto è ancora sotto i nostri piedi, ancora da scoprire.
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Siponto, o meglio in latino Sipontum, fu la più importante città della Daunia settentrionale. Successivamente i romani la trasformarono in colonia militare nel 194 a.C ed infine diventò diocesi paleocristiana.
La città ebbe un ruolo attivo durante tutto l’alto Medioevo e pieno Medioevo, grazie al suo importante porto. L’abbandono della città fu ordinato nel 1263, in favore della nascente Manfredonia, costruita “spogliando” Siponto.
Gli scavi iniziarono all’inizio del Novecento in un’area che, non fosse stata protetta durante lo scorso secolo, avrebbe visto sorgere villette e case vacanza.
Oggi a condurre la campagna degli scavi archeologici è l’Università di Foggia e Bari, in stretta collaborazione con il Parco archeologico di Siponto, la Direzione regionale musei della Puglia e la Soprintendenza Archeologia Belle Arti Paesaggio di Foggia.
L’obiettivo è quello di studiare l’intera città e il territorio per tutta la sua storia, dalla nascita all’abbandono, utilizzando tutte le fonti e le tecnologie a disposizione.
La strada statale e la ferrovia purtroppo attraversano una parte dell’area dell’antica città. Grazie però alle ricerche geofisiche durate anni, oggi gli archeologi sono riusciti a tracciare una pianta approssimativa della città.
Quello che è emerso è quindi una città dalla forma di trapezio, di medie dimensioni, racchiusa in mura monumentali che cingono un’area di 20 ettari. Gli archeologi sono riusciti ad individuare anche il decumano massimo che corrisponde all’attuale Statale 89, e l‘antico anfiteatro che poteva ospitare fino a 7 mila persone.
Dagli scavi sono emersi altri due siti importanti: una domus monumentale di 200 mq attorno ad un pozzo dove dai vasellami ritrovati e dai resti animali dovevano sorgere una macelleria e delle botteghe, e una grande cisterna per la raccolta dell’acqua piovana.
La zona dell’importante porto invece è interrata, questo a causa delle opere di bonifica durante il corso dell’800. L’abbandono della città infatti è avvenuta a causa del mare che, entrando sempre più all’interno della costa, creava zone paludose.
Il Parco è aperto dal mercoledì alla domenica, dalle 9 alle 18 e ti aspetta per un tuffo nel passato della bellissima regione della Puglia!
Per saperne di più, leggi questo articolo!
Data: 11 Gen 2023
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