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Le immagini di copertina e la foto del profilo oscurate, quasi a simboleggiare l’oblìo che da quasi quattro anni lo circonda: è la scelta operata su Facebook dal marò tarantino Massimiliano Latorre, il fuciliere del battaglione San Marco che dal febbraio 2012 è con il collega Salvatore Girone al centro di una diatriba internazionale con l’India, controversia sorta in merito all’arresto, da parte della polizia indiana, dei due fucilieri di marina italiani imbarcati sulla petroliera italiana Enrica Lexie come nuclei militari di protezione, e accusati di aver ucciso Valentine (alias Jelastine) e Ajeesh Pink- due pescatori imbarcati su un peschereccio indiano- il 15 febbraio 2012 al largo della costa del Kerala, stato dell’India sud occidentale. Dai familiari di Latorre nessun commento, ma tanta stanchezza per l’avvicinarsi, per il quarto anno consecutivo, delle festività natalizie con limitazioni alle libertà personali. Tre anni di carcerazione, un ictus, la degenza in Italia hanno condizionato la vita di Latorre: molti followers hanno accolto la protesta, altri hanno anche espresso in un post l’intenzione di imitarlo oscurando il proprio profilo.
Appena sei giorni fa l’Italia aveva depositato al Tribunale Arbitrale, costituito presso la Corte Permanente d’Arbitrato de l’Aja, una richiesta di misure provvisorie ai sensi dell’Articolo 290 della Convenzione delle Nazioni Unite sul Diritto del Mare. Con tale atto si chiedeva al Tribunale Arbitrale, appena costituitosi, di autorizzare il fuciliere Salvatore Girone a tornare in Italia e a restarvi per tutta la durata della procedura arbitrale in corso fra le parti. La richiesta di misure provvisorie si inserisce nel quadro dell’arbitrato internazionale avviato dal governo italiano lo scorso 26 giugno e segue la misura cautelare già resa dal Tribunale per il Diritto del Mare di Amburgo lo scorso agosto, con la quale è stata ordinata la sospensione di tutti i procedimenti giudiziari a carico dei fucilieri della Marina, Massimiliano Latorre e Salvatore Girone. Con tale istanza, l’Italia ha chiesto al Tribunale Arbitrale di riconoscere e proteggere alcuni diritti fondamentali anche prima delle soluzione definitiva della controversia. Si attende ora che il Tribunale fissi la data di discussione della richiesta italiana.
Data: 18 Dic 2015
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