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Dantedì, Trullo Sovrano di Alberobello con i versi del poeta

“Uno dei 5 siti UNESCO si è illuminato con i versi della Divina Commedia.”
Dantedì, Trullo Sovrano di Alberobello con i versi del poeta

In occasione del Dantedì, giornata che si è tenuta ieri per celebrare i 700 anni dalla morte del poeta Dante Alighieri, il Trullo Sovrano di Alberobello è stato illuminato con i suoi versi.

Ieri sera, infatti, uno dei luoghi simbolo patrimonio dell’Unesco si è acceso con le parole più celebri del padre della letteratura italiana. La giornata, che secondo gli studiosi ricorda la data di inizio del viaggio ultraterreno della Divina Commedia, quest’anno si è arricchita di un duplice significato perché segna l’avvio delle celebrazioni per il 700mo anniversario della morte di Dante.

Versi di Dante, perché sono così importanti

«Illuminare il trullo sovrano con la parole di Dante, il cui valore attraversa la storia – – ha sottolineato l’assessore alla Cultura, alle Politiche Giovani, alla Pubblica Istruzione e all’Unesco, Alessandra Turi – è un piccolo omaggio verso un monumento della letteratura mondiale». «Il trullo Sovrano – ha aggiunto – è uno dei 5 siti della nostra Alberobello che sono patrimonio Unesco (di cui quest’anno ricorre il 25mo anniversario del riconoscimento), appartiene al mondo proprio come la bellezza dei versi danteschi che è doveroso onorare e tramandare alle nuove generazioni affinché possano apprezzarne la portata e comprendere appieno il significato».

Dello stesso avviso il sindaco di Alberobello Michele Longo. «Celebrare Dante, 700 anni dopo la sua morte, significa creare un legame indissolubile tra passato e presente per insegnare ai giovani ad amare lo scrittore fiorentino e soprattutto imparare a conoscerlo. Parlare di Dante oggi è l’opportunità preziosa che abbiamo per ricordare anche a noi adulti l’importanza di recuperare il messaggio dantesco nella nostra vita quotidiana. Un messaggio che oggi, in questo periodo storico di emergenza mondiale ha un valore di speranza. Ogni canto della Divina Commedia si conclude con la parola stelle. Sono l’orizzonte di rinascita a cui il poeta anela e a cui anche noi dobbiamo puntare. Perché da ogni selva oscura si può trovare la dritta via come lui diceva, senza smarrirsi nel mezzo del cammino. Persino dall’inferno Dante e Virgilio escono ‘a riveder le stelle’, come recita l’ultimo verso. E anche noi usciremo dal tunnel della pandemia per rivedere le stelle del futuro».


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