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Costa Ripagnola, il tratto di costa e di mare che va da Polignano a Mare a Monopoli, si trasformerà in un Parco Naturale Regionale. Questo importante passo si è renderà possibile in seguito all’approvazione, da parte della Giunta Regionale, dello schema di disegno di legge per la sua istituzione.
Come ha sottolineato il presidente Michele Emiliano, questo nuovo percorso porterà alla tutela di una delle parti più straordinarie dell’intero territorio pugliese, all’interno del quale, come noto, ci sono paesaggi di estrema bellezza e dove la natura potrà quindi essere meglio protetta in accordo con il programma del governo regionale e con le richieste delle associazioni ambientaliste.
Nello specifico la porzione di territorio interessata vede al suo interno documentate evidenze di “segnalazione di opere di trasformazione ambientale naturale” inerenti ad attività non previamente autorizzate o eseguite in difformità dai titoli abilitativi rilasciati. Anche questa emergenza, dunque, ha contribuito alla necessità di intervenire normativamente apprestando la più idonea forma di tutela del territorio in parola, attraverso l’istituzione dell’area protetta regionale.
Il perimetro del Parco Naturale, dopotutto, si estende verso una porzione del Comune di Monopoli in un’area confinante con il Comune di Polignano a Mare, e presenta i medesimi valori naturalistici, ambientali e paesaggistici.
Rispetto all’intera superficie del Parco, la porzione di territorio appartenente al Comune di Polignano a Mare corrisponde a due terzi del totale, quella appartenente al Comune di Monopoli ad un terzo.
Sotto il profilo dell’uso del suolo, come desumibile dalla carta tematica aggiornata al 2011, l’area è così caratterizzata:
L’area è caratterizzata da rilevante valore paesaggistico e naturalistico, nonché da grande interesse dal punto di vista speleologico in quanto risultano presenti numerose e importanti grotte terrestri e marine sommerse e semisommerse ed emergenze geologiche. Il tratto di costa presenta alcuni significativi elementi del reticolo di lame, in particolare nella zona di Pozzo Vivo, Torre Incine, S. Vito e San Giovanni.
Dal punto di vista antropologico e culturale, sono presenti numerose testimonianze di antropizzazione del territorio che mostrano la continuità di frequentazione in un arco temporale che va dal paleolitico ad oggi, con la presenza diffusa di elementi emergenti quali la divisione fondiaria, i muretti a secco, i trulli, i pozzi ed altri elementi tipici del paesaggio rurale. In relazione agli aspetti archeologici, si evidenzia che l’area in esame ricade in un comprensorio territoriale in cui sono noti rinvenimenti archeologici, sia terrestri sia subacquei, e segnalazioni relative ad insediamenti sparsi di natura antropica che hanno caratterizzato, senza soluzione di continuità, periodi diversi, compresi tra l’età preistorica e la tarda età medievale.
Al momento lo schema di disegno di legge prevede che il Parco sarà suddiviso nelle seguenti zone:
Data: 26 Feb 2020
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