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Zalone manda a quel paese Celentano credendosi vittima di uno scherzo

Zalone manda a quel paese Celentano credendosi vittima di uno scherzo

“Credevo fosse uno scherzo, visto quanto scritto e detto negli scorsi giorni. Pensavo fosse un mio amico che mi faceva uno scherzo e l’ho mandato affanculo. Quando mi sono reso conto che era davvero lui, ho realizzato: che figura di merda…”. Sembrano chiacchiere da bar, invece i due protagonisti del misunderstanding telefonico sono note conoscenze del palco e della platea musicale e televisiva: Checco Zalone da un capo del telefono, Adriano Celentano dall’altro. A raccontare il curioso retroscena, sulle colonne di Oggi, proprio l’artista di Capurso, applaudito pubblicamente dal “Molleggiato” sulle colonne del Corriere della Sera per il successo del suo ultimo film Quo Vado?, che lo sta incoronando campione del botteghino: “Che figura, e poi proprio col mio mito di sempre-rincara Zalone-Da ragazzino cantavo le sue canzoni davanti allo specchio e provavo le sue mosse. Lo amo”.

Una telefonata all’origine del simpatico siparietto

Equivoco chiarito e tutti contenti. Per Celentano, Zalone resterà una “medicina che ci difende e ci rende immuni dalle gravi infezioni che ci procurano le clamorose cazzate di un certo cinema internazionale-come il cantante aveva scritte sul Corriere-i cui ingredienti non sono altro che la solita violenza”. Per l’attore pugliese, al quarto film in carriera, Celentano resterà invece una stella polare, un riferimento immancabile (“Da ragazzino cantavo le sue canzoni davanti allo specchio e provavo le sue mosse. Lo amo”), come da lui stesso spiegato in occasione della realizzazione di una delle colonne sonore del cinema, “Prima Repubblica”. Nelle sale, intanto, a sei giorni dalla sua uscita, Quo Vado? resta ampiamente in vetta agli indici di gradimento dell’utenza cinematografica. La fenomenologia di Checco non si ferma qui.


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