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Tirzepatide: nuove prospettive terapeutiche dall’ospedale Miulli

Tirzepatide: nuove prospettive terapeutiche dall’ospedale Miulli

ACQUAVIVA DELLE FONTI – L’U.O.C. di Endocrinologia dell’Ospedale F. Miulli ha ottenuto un risultato clinico di rilievo internazionale. Il team guidato dal Prof. Sebastio Perrini, docente della LUM, è infatti il primo a livello internazionale a scoprire e documentare l’efficacia della Tirzepatide per ipoglicemie gravi refrattarie, aprendo nuove prospettive terapeutiche per i pazienti con disturbi metabolici complessi. Il caso di studio, pubblicato sulla prestigiosa rivista scientifica JCEM Case Reports (Oxford University Press), descrive l’utilizzo per la prima volta del farmaco per contrastare episodi di ipoglicemia non controllabili con i trattamenti convenzionali, spesso conseguenti a interventi chirurgici allo stomaco o al duodeno.

Tirzepatide: il caso clinico dell’Ospedale Miulli

La paziente, una donna di 40 anni, era affetta da ipoglicemie severe e ricorrenti dal 2020. Nonostante i numerosi tentativi terapeutici, le crisi ipoglicemiche continuavano a verificarsi più volte al giorno, compromettendo gravemente la qualità della vita. Il team dell’unità di Endocrinologia, diretto dal Prof. Sebastio Perrini, ha ipotizzato che le ipoglicemie fossero causate dalla perdita degli ormoni intestinali incretine (GIP e GLP-1), fondamentali per regolare l’insulina. Basandosi su questa innovativa intuizione, gli endocrinologi hanno introdotto la Tirzepatide, un farmaco che agisce contemporaneamente sui recettori di GIP e GLP-1, ripristinando in parte il controllo ormonale. Questo approccio ha portato fin dalla prima somministrazione a una remissione completa delle crisi ipoglicemiche.

Ipoglicemie gravi: nuove frontiere della terapia

“Questo caso dimostra come la comprensione dei meccanismi fisiologici e la flessibilità clinica possano aprire nuove strade terapeutiche,” ha dichiarato il Prof. Sebastio Perrini. Ha aggiunto che l’uso di Tirzepatide per ipoglicemie gravi potrebbe rappresentare un’opzione promettente anche per pazienti non diabetici e non obesi con ipoglicemie legate a interventi gastrici o disturbi dell’assorbimento. L’esperienza dell’Ospedale Miulli evidenzia un possibile nuovo impiego del farmaco al di fuori delle indicazioni attuali, aprendo la strada a studi clinici mirati per definire il ruolo di questa molecola nella gestione delle ipoglicemie complesse.


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