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A rubare l’attenzione sono due preziosissimi crateri apuli a volute, con decorazioni policrome, risalenti al IV – III sec. a. C., che erano stati illecitamente esportati negli Stati Uniti d’America e proposti, per la vendita, presso una nota casa d’aste. Parliamo dei nove reperti archeologici, provento di scavo clandestino nelle aree archeologiche del nord della Puglia, che sono stati recuperati, in due distinte attività investigative, dai Carabinieri del Comando Tutela Patrimonio Culturale nel cuore dell’operazione denominata “A volte ritornano”. La refurtiva recuperata è stata presentata ieri pomeriggio nella cornice del Museo dei Vescovi di Canosa: si tratta di beni-come nel caso dei crateri apuli a volte-acquistati in buona fede dalle società antiquarie, o di averi preziosi trafugati, come nel caso di due Kylix a vernice nera e un cratere a campana con decorazioni floreali e geometriche, recuperati nell’ambito di un controllo presso un esercizio commerciale di settore che deteneva illegalmente un’anfora romana.
Per la loro importanza storico artistica e quali esempio dell’encomiabile comportamento di chi, pur avendone diritto, ha preferito restituire i beni trafugati piuttosto che collezionarli (rinunciando anche all’eventuale indennizzo), i crateri apuli a volute erano già stati recentemente esposti alla mostra “L’Arma per l’Arte e la Legalità”, appena conclusasi presso le Gallerie Nazionali di Arte Antica di Roma in Palazzo Barberini. I beni, che rientrano nel patrimonio indisponibile dello Stato e che sono stati assegnati alla Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le province Barletta-Andria-Trani e Foggia, potranno essere ammirati, per circa un mese, presso il Museo dei Vescovi di Canosa. Già, perchè “a volte ritornano”.
Data: 17 Dic 2016
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