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Arriva l’autunno e alcuni dei frutti più prelibati della regione Puglia tornano a germogliare, terra così ricca di campagne coltivate e solcata da brezze estive provenienti direttamente dal mare. È in particolare durante la settimana finale di settembre che vede la luce la mela cotogna, frutto decisamente particolare riconosciuto come variante della più classica mela, dall’aspetto allungato che la rende molto più simile a una pera, dal cuore denso e resistente, dal sapore con un retrogusto profondamente amaro. La sua coltura è presente in tutta la regione, con una decisa concentrazione nel Salento, sfruttata per diverse ricette e per le sue proprietà taumaturgiche.
È sempre bene seguire una serie di accorgimenti quando ci si trova dinanzi a un cotogno. I frutti di mela cotogna maturi si riconosceranno dal tipico colore giallognolo, cartina di tornasole per comprendere il momento dello sviluppo in cui si trovano. Una volta colti è sempre bene ordinarli con cura e con il picciolo verso l’altro, che altrimenti, data la sua durezza, potrebbe lesionare quelli vicini. Essendo soggetti ad attacchi di carpocapsa e tignola, è sempre buona prassi controllare che non vi siano lesioni provocate da insetti.
Ottima per stomaco e intestino, la mela cotogna favorisce naturalmente la digestione e ha proprietà antinfiammatorie sull’apparato digerente, il tutto mentre mantiene sotto controllo colesterolo, glicemia e le malattie cardiache. È ottima anche per la linea, grazie a un bassissimo contenuto calorico e alla sua povertà di zuccheri. È proprio l’acido malico, elemento preponderante del frutto, a darle il suo sapore amaro, mentre i tannini rendono il tutto più aspro. Sono proprio le sue possibilità curative a renderlo così popolare, in particolare nel Salento.
In cucina è sempre buona norma cuocere la mela cotogna prima di lavorarla. Se ne può creare con semplicità una marmellata, come nel caso della cotognata leccese, ma anche diversi liquori trovano la loro strada per le tavole degli italiani.
Data: 25 Set 2018
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