Perle bianche che emergono dal mare, terre dove il tempo è rimasto sospeso a decine di anni or sono, isole lontane dal mondo e sempre presenti nel cuore di chiunque le veda almeno una volta. Sono le isole Tremiti, una delle mete preferite dei turisti che viaggiano per il Gargano e desiderosi di scoprire il profondo fascino dell’Adriatico, cinque lembi di roccia che emergono dal mare, ovvero San Nicola, San Domino, Cretaccio, Caprara e Pianosa.
Quel che forse non tutti sanno è come questa sia una zona costellata da leggende, che hanno fondamenta innanzitutto dal primo nome che, in epoca romana, ebbero le varie isole e che le resero famose nel resto della penisola: le isole Diomedee, dal nome del mitico eroe greco Diomede che prese parte alla Guerra di Troia e celebre figura legata alla diffusione della civiltà nelle terre adriatiche.
Narra la leggenda di come Diomede fosse protetto in battaglia dalla dea Atena e, racconta Omero nella sua Iliade, che fosse come un torrente che tutto travolge dinanzi a sé. Di grande importanza il suo scontro contro Enea, che stava portando alla vittoria di Diomede finché, al momento del colpo di grazia, fra i due non si frappose la dea Afrodite che rimase ferita ad una mano. Fu Ares a fermare lo scontro e Diomede fu costretto alla fuga. Nemico di numerosi dei, tornò nella sua terra, Argo, dove era re e l’attendevano moglie e regno. Tuttavia giunse in quel momento la vendetta di Afrodite, la quale per vendicarsi dell’offesa subita durante la guerra progettò per lui un’amara sorpresa: né la moglie Elagiea tantomeno i suoi sudditi ricordavano più chi egli fosse, costringendolo ad abbandonare la città. Diretto verso l’Italia con i suoi compagni qui creò dapprima il Subappennino ed il Gargano grazie a delle enormi pietre provenienti dalla distrutta Rocca di Pergamo, poi con dei ciottoli avanzati diede vita alle Isole Tremiti. L’eroe si ritirò in questi territori e le leggende narrano di come ancora, su una di queste isole, vi sia nascosta la sua tomba.
Una seconda storia orpella la prima. La narrazione vuole che Acmone, Lico, Idas, Ressenore, Nitteo e Abante, i compagni di Diomede, abbiano pianto tanto la sua morte da aver toccato il cuore della dea Afrodite la quale li avrebbe tramutati in uccelli, le diomedee, che tutt’ora sorvegliano e controllano la sepoltura dell’eroe acheo con il loro verso così simile al singhiozzo di un uomo in lacrime, soprattutto nelle notti senza luna.
L’isola di San Nicola è al centro di un’altra affascinante leggenda che ormai è parte della storia: nel IV secolo d.C. la Madonna apparve ad un eremita indicandogli uno specifico punto dove avrebbe dovuto scavare al fine di recuperare il tesoro sepolto di Diomede, con il quale avrebbe dovuto costruire un santuario in onore della Vergine. Questa è secondo cultura popolare come nacque Santa Maria a Mare, che divenne oggetto e meta di pellegrinaggi e luogo di culto per dei monaci guerrieri.
È idea diffusa che le spiagge delle Tremiti siano ancora nascondiglio di una gran quantità di tesori pirati, militari e di mercanti. Punta del Diamante deve il suo nome proprio a quando una serie di viaggiatori scavarono lungo la sua costa alla ricerca di gioielli preziosi.
Vi sono anche diversi racconti che coinvolgono fantasmi e spiriti: le più diffuse sono quelle di un galeotto e di un’anziana. Il primo si narra che in seguito alla fuga da una colonia penale sarebbe stato catturato e decapitato presso il Cretaccio, dove il suo spirito pare vaghi ancora con la testa sotto il braccio alla ricerca di consolazione. La seconda sarebbe invece la vera proprietaria dell’isola e reclamerebbe ancora la sua proprietà urlando a squarciagola nel pieno delle tempeste. Le isole Tremiti non sono solo bellezza per gli occhi e per l’anima ma il fascino dei racconti che ne compongono il folclore caratteristico, le rendono uniche al mondo.
Data: 1 Mar 2018
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