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La casa del boss diventa un birrificio: il progetto di Bari

La casa del boss diventa un birrificio: il progetto di Bari

Una fattoria con micro-birrificio artigianale in grado di ospitare otto soggetti svantaggiati che verranno formati sulla filiera agricola e re-inseriti attraverso la produzione, l’imbottigliamento e la distribuzione di birra a KM0. E’ ciò in cui il comune di Bari si prefigge di trasformare il casale appartenuto al boss Di Cosola in contrada Chiancone, a Ceglie del Campo, oggetto di confisca. Ieri mattina il sindaco Antonio Decaro, il consigliere regionale Giuseppe Longo e il presidente del IV Municipio Nicola Acquaviva hanno partecipato a un sopralluogo sul posto, studiando così le tappe del progetto di riutilizzo a fini sociali candidato ai fondi del Pon legalità 2014-2020.

L’obiettivo: riconoscere e incentivare la birra artigianale italiana e le sue produzioni

Innovazione e auto-sostenibilità: queste le linee guida del recupero del bene confiscato ai fini della produzione di birra artigianale. Il complesso ubicato in aperta campagna, è composto da un grande capannone dove è possibile ospitare un impianto di produzione, etichettamento e distribuzione di birra artigianale spazi coperti e scoperti per lo stoccaggio, la vendita, la degustazione e l’attività laboratoriale, corpi residenziali adeguati ad ospitare 9 camere singole con servizi; spazi di relazione comunitaria aperti e coperti. Il progetto prevede un investimento totale di 1.500.000 euro che comprende le fasi di progettazione, consulenza tecnica, lavori, impianto di produzione, mezzi mobili, materie prime e start-up di gestione. Il Collegato agricolo approvato recentemente in Senato riconosce e incentiva la birra artigianale italiana e la sua produzione, che registra un significativo incremento di vendite e di esportazioni. Un settore fortemente trainante sul fronte dell’occupazione, soprattutto tra gli under 35, con alcune esperienze innovative e già sperimentate in progetti sociali come nel caso del carcere di Rebibbia.


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