Kailìa della Peucetia fu un insediamento di età arcaico – classica, individuato attualmente nel quartiere di Ceglie del Campo, nel comune di Bari in Puglia.
La sua storia è molto antica e particolare, una storia che ci condurrà in un viaggio a ritroso nel tempo della terra pugliese. Non sono molte le tracce pervenute sino ai nostri giorni, anche se numerosi scrittori latini e greci, come Strabone e Tolomeo, ne hanno parlato all’interno delle loro opere. Una delle tracce che ancora testimoniano la presenza di questo antico centro storico della peucetia è sicuramente il ritrovamento della punta di lancia, risalente all’età del Ferro, nel letto di Lama La Fitta, una delle due lame che attraversavano il territorio.
Andando più avanti nel tempo, sono state ritrovate delle aree di necropoli datate al periodo greco V-IV secolo, all’interno di un circuito murario: le tombe erano varie, come per esempio quella a fossa, scavata in una conca rocciosa, dove il defunto era posto in posizione rannicchiata con tutto il suo corredo intorno. Poi c’era quella a sarcofago, chiusa con lastroni in pietra e, infine, quella a semi-camera, di tipo monumentale. Con le necropoli, vi era un vero e proprio centro urbano, circondato da una cinta muraria che, sfortunatamente, non si è conservata intatta nel tempo. Oggi è visibile solo in parte il lato meridionale, in località Porta Mura, a differenza del lato settentrionale, molto più difficile da vedere.
L’età ellenistica fu infatti il periodo di piena fioritura della Kailìa: sono state ritrovate delle tombe con corredi funebri con ceramiche in vernice nera o a figure rosse, appartenenti al ceto dirigente. In effetti, nei corredi tombali del V secolo, sono stati ritrovati dei vasi di notevole importanza, dipinti da pittori famosi, che riproducevano figure divine del tempo e alcune ceramiche a figura geometrica nera di notevole interesse archeologico, conservate attualmente nei musei del mondo Boston, Berlino, San Pietroburgo e italiani Cremona, Taranto.
Anche le vicende legate all’età romana non sono di minore importanza, quando Celia divenne “civitas sociorum”, come testimoniano le monete in argento e in bronzo risalenti al III secolo a.C., nello stesso periodo ci fu il ritrovamento di varie epigrafi tra cui quella del quadrumviro Caio Bebio Hispo. A questo periodo, sono risalenti anche degli scavi, in prossimità dell’Abbazia di Sant’Angelo, altra testimonianza storica del periodo medievale, dove sono state ritrovate numerose cisterne e fosse di scarico.
Ceglie del Campo, ha la fortuna di avere anche un particolare castello, che è una struttura difensiva medioevale della città antica. Posto nel punto più alto del colle, era un’unità castellare di avvistamento risalente all’incirca al 1070-1100 costituita da una torre quadrata affiancata, nel corso degli anni dalla torre normanna, di ben 34 metri, che poggia su dei quadrotti romani, tecnica romana conosciuta come “opus reticulatum” risalente al II periodo a cavallo tra il II sec. e il I sec. a.C.
Il giardino pensile del castello di Ceglie, è un’altra bellezza da non sottovalutare; poggia anche questo su opera reticolata e con i suoi incredibili archi e la sua scarpata offre la possibilità di osservare la torre normanna, già citata, che mostra tutta la sua bellezza, tra altezza e stemmi incastonati.
Nel tempo, il castello è stato abitato da sei famiglie feudatarie che l’hanno trasformato sempre più. Dal 1506 al 1512 la struttura entrò in possesso anche della Regina Bona Sforza.
Altro punto di forza di Ceglie, è la Chiesa Madre, dedicata inizialmente a Maria Santissima Assunta, che per secoli fu l’unica presente in zona, oltre alla prima chiesetta dentro le mura medievali; la struttura fu ampliata con beneplacito di re Ferdinando IV° nel 1776 e disegnata dall’architetto Gimma a croce greca, in onore della Madonna del Campo, alla quale fu poi intitolata la chiesa e il paese.
Data: 25 Ott 2017
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