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Cresce l’export a Brindisi, vendite in aumento con 500 milioni di fatturato

Cresce l’export a Brindisi, vendite in aumento con 500 milioni di fatturato

Sono pienamente soddisfacenti i dati provenienti dalla camera di commercio per quanto riguarda l’export a Brindisi. I dati si riferiscono al primo semestre del 2017, con vendite all’estero in aumento del 9,6%. Un segnale importante di consistente ripresa sull’area brindisina, con un fatturato di quasi 500 milioni di euro riferiti al solo primo semestre di quest’anno che sta per concludersi.

Negli ultimi due anni si è registrato un forte tasso di crescita dei flussi esportativi con quasi 45 milioni di euro in più rispetto al 2016 e 85 milioni in più rispetto al 2015. L’incremento ha portato la provincia di Brindisi ad un saldo più contenuto rispetto alle importazioni pari a poco meno di 150 milioni di euro. Si restringe sempre più la forbice tra import ed export, diversamente dalle statistiche riguardanti altre zone della Puglia. In regione infatti il saldo in negativo si aggira attorno ai 460 milioni di euro.

In Puglia a livello di esportazioni la miglior provincia del 2017 è sicuramente Brindisi. Bari ha registrato un +9,1% con un fatturato in export di due miliardi di euro; la Bat con +7% ed un fatturato in entrata di 272 milioni di euro, Taranto con +2,3% ed un fatturato in entrata di 674 milioni di euro. Lecce invece registra un -4,3% con entrate di 243 milioni di euro e Foggia con -1,7% ed introiti per 374 milioni di euro. La bilancia commerciale della Puglia registra un +5.9% rispetto all’anno precedente con un importo complessivo di 4 miliardi e 67 milioni di euro. Le crescite in alcune province sono superiori rispetto ai dati nazionali con +8% con fatturati tra i 223 e i 302 milioni di euro.

Si registrano i migliori risultati per quanto riguarda la vendita all’estero di sostanze e prodotti chimici che fruttano circa 186 milioni di euro, contro i 76 milioni per i mezzi di trasporto, 71 milioni per articoli in gomma e plastica, 55 milioni di prodotti alimentari, bevande e tabacco, 53 milioni di macchinari e apparecchi, 18 milioni di prodotti tessili, abbigliamento, pelli e accessori, 9 milioni di articoli farmaceutici, chimico-medicinali, botanici e agricoli e 7 milioni per silvicoltura e pesca. Una enorme variazione a livello percentuale si è registrata prevalentemente per le vendite di prodotti derivati dall’estrazione di minerali da cave e miniere, con il +612% e prodotti dell’editoria e audiovisivi con +222% oltre che con il + 136% per prodotti di attività artistiche e di intrattenimento e divertimento.


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