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C’è una Puglia che non conosce tempo, fatta di pietre crollate, case vuote e finestre che affacciano sul nulla. Sono i borghi fantasma della Puglia, piccoli paesi abbandonati dove la vita si è fermata, ma non di certo il loro fascino che, anzi, ha acquisito una vibrazione tutta sua. Camminarci dentro è come sfogliare un diario dimenticato: ogni muro racconta un frammento di storia, ogni silenzio custodisce la voce di chi lì ha vissuto, lavorato, sognato. Abbiamo selezionato per te cinque luoghi suggestivi che testimoniano questa eredità. Scopriamoli insieme!
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Apigliano è un antico casale situato tra Martano e Zollino, nel cuore della Grecìa Salentina. Abbandonato alla fine dell’Ottocento, conserva ancora ruderi di case in pietra, un frantoio ipogeo e la piccola chiesa dedicata a San Lorenzo. Si raggiunge facilmente a piedi dalla strada provinciale, immerso tra ulivi secolari. Qui, il silenzio è quasi sacro: una visita ad Apigliano è un ritorno al tempo delle comunità agricole, delle feste patronali e dei raccolti condivisi.
Costruito negli anni ’30 come borgo rurale dallo Stato, Monteruga fu un insediamento agricolo modello. Aveva una chiesa, una scuola, un forno, persino un cinema. Il suo lento declino iniziò negli anni ’80 con l’abbandono della tenuta circostante. Oggi è uno dei più emblematici borghi fantasma della Puglia: le case sono ancora in piedi, le insegne sbiadite, l’atmosfera surreale. Si trova sulla SP 116, tra Veglie e Salice Salentino, e si può visitare liberamente.
Nel cuore del Subappennino Dauno, il Rione Fossi è l’antico nucleo rupestre di Accadia. Abitato fino al terremoto del 1930, è un intreccio di case-grotta, vicoli e archi di pietra, incastonati nella roccia. Restaurato parzialmente in anni recenti, oggi è un museo a cielo aperto, visitabile a piedi. Il nome “Fossi” pare derivi dalle antiche fosse di raccolta d’acqua o da Fossa Agroecorum, località citata già in epoca medievale.
San Crispi è un caso raro: un villaggio costruito per l’agricoltura negli anni ’50 e mai davvero abitato. Le sue strutture restano lì, nel silenzio del Tavoliere, a testimoniare un progetto incompiuto. Oggi si visita percorrendo le strade secondarie tra San Marco in Lamis e Rignano Garganico. Un luogo che invita alla riflessione sul tempo e sulle promesse mancate della modernità.
Un altro piccolo agglomerato della Grecìa Salentina, Pompignano conserva tracce di un passato ellenofono: si narra che qui si parlasse griko fino a metà Novecento. Oggi restano poche abitazioni in pietra, un’antica cappella rurale e muretti che emergono dai campi. Si trova a poca distanza da Apigliano, e come quello, è facilmente raggiungibile con una passeggiata.
Visitare i borghi fantasma della Puglia non è solo esplorare luoghi abbandonati, ma camminare tra le pieghe della storia. Sono mete ideali per chi ama il turismo lento, le fotografie d’atmosfera e i paesaggi in cui la natura si riprende i suoi spazi. Attenzione, però: sono siti non custoditi, quindi meglio visitarli con scarpe adatte, massimo rispetto e un pizzico di curiosità. Per chi vuole scoprire un volto diverso della regione, i borghi abbandonati della Puglia offrono un’esperienza intima e potente: il passato, qui, non è mai davvero finito.