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Un uomo che si rilassa circondato dalla tipica natura pugliese: si presenta così un particolare ulivo, da tutti soprannominato come “Pensante“.
Non ci troviamo all’interno di un film di fantascienza, bensì nei pressi di Ginosa. Nelle sue campagne circostanti, il tronco di questo incredibile albero sembra davvero raffigurare un uomo barbuto e intento ad osservare il panorama circostante. Non ci vuole una grande immaginazione per individuare nel legno i due occhi dell’Ulivo Pensante, il suo naso appuntito e la lunga barba: neanche il migliore scultore sarebbe stato in grado di rappresentare così realistica.
L’oggettiva bellezza di questo albero sicuramente millenario è preservata dal comitato di Ginosa per il Parco Naturale Regionale delle Gravine Joniche, che non ha deciso di non rivelare il luogo esatto in cui questa meraviglia è presente per evitare eventuali atti vandalici. La discrezione sul suo luogo esatto e la sua incredibile verosimiglianza con la realtà hanno infatti sollevato numerose ipotesi circa la veridicità di quanto raccontato. A screditare la tesi complottistica, tuttavia, la conferma della sua esistenza proprio dei responsabili del Parco in cui è presente.
L’Ulivo Pensante esiste ed è visibile in tutta la sua meraviglia dai più fortunati che riescono a scovarlo. La sua nascita è sicuramente da far risalire alla stessa degli altri numerosi alberi secolari di Puglia. Dopotutto poco importa della sua effettiva età: ciò che è certo che anche questo ulivo rientra all’interno dell’identità di tutti gli altri.
Questi alberi, dopotutto, sono il ritratto dell’autenticità regionale e, proprio come nel caso dell’Ulivo Pensante sembrano essere sculture del tempo e dell’uomo, monumenti viventi, testimoni storici e culturali.
Ai più sognatori che visitano la perfetta scultura naturale piace pensare che il tronco sia lì da secoli proprio per poter ammirare sotto l’ombra da lui stesso prodotta la continua evoluzione della varietà pugliese, che si trasforma e si evolve senza però mai tradire la sua originaria bellezza e autenticità.
Foto (Instagram) di @annalamparelli e @jack.ricatti
Data: 24 Ott 2019
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