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Camminando su una delle più famose strade di Bari, via Sparano, ci si imbatte non solo in coloratissime boutique, ma anche in alcuni edifici da lasciare con il fiato sospeso.
È questo il caso di Palazzo Mincuzzi, struttura in pieno centro cittadino risalente a primi anni del Novecento. Ciò che colpisce è sicuramente il suo esterno maestoso, appartenente allo stile Art Nouveau, che si sviluppò in Italia tra la fine dell’800 e il primo decennio del secolo successivo.
Ma qual è la storia che si cela dietro questa meraviglia architettonica? Facilmente scambiabile come un antico teatro oggi adibito a locale commerciale, Palazzo Mincuzzi è in realtà nato come luogo destinato al commercio di tessuti preziosi e merci dall’esclusivo valore.
Edificato tra il 1926 e il 1928 su progetto dell’architetto Aldo Forcignanò e dell’ingegnere Gaetano Palmiotto, Palazzo Mincuzzi fu costruito al posto di un fabbricato preesistente e fu realizzato in competizione con un’altra struttura storica di Bari, il Palazzo della Rinascente, per chi riuscisse a terminare prima l’opera.
Inaugurato nel 1928, questo imponente edificio è stato per anni considerato il simbolo della città commerciale di Bari. Questo importante riconoscimento è dovuto non solo all’atelier della famiglia Mincuzzi (in attività fino al 2001) ma anche alla somiglianza del Palazzo con più conosciute e simili architetture presenti nelle maggiori capitali europee.
La sua facciata, costituita da una fitta successione di colonne, lesene bugnate e capitelli ionici ha sulla sua sommità, convessa, un tamburo a cui a sua volta si sovrappone un timpano regolare. Il tutto, infine, è sormontato dalla cupola costolonata con oculi circolari, un lanternino e una sfera in ghisa dorata. Il punto più alto dell’edificio vede la monumentale insegna della famiglia Mincuzzi.
La bellezza esterna ricade anche nel suo interno: se i suoi cinque piani sono decorati da bugnati e colonne con capitelli che incorniciano le grandi aperture, al piano terra c’è il grande atrio con peristilio a doppio ordine di colonne, che si fonde in maniera armoniosa con i presenti stilemi classici e tardo-liberty.
L’ingesso, invece, si trova nell’angolo dell’edificio, proprio dove si incontrano via Sparano e via Putignani.
Comparso in alcuni film, tra i quali La Riffa nel 1991 con Monica Bellucci, questo palazzo è dal 2000 tutelato dai beni artistici che ne hanno assicurato un’architettura interna ed esterna non manomessa rispetto all’originale. L’unica modifica, che non toglie nulla alla costruzione, è l’ascensore interno specchiato che si è andato ad affiancare a quello antico in ferro battuto, anch’esso funzionante.
Data: 22 Ago 2020
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