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Dopo aver attraversato mari e foreste, il nostro viaggio prosegue lungo 3 trekking in Puglia dove la pietra è memoria. In questa seconda parte ci muoviamo tra dolmen nascosti tra gli ulivi, castelli dalle geometrie perfette, crateri color ocra e grotte affacciate sul mare. Sono percorsi meno noti, ma ricchissimi di storia, di silenzio, di verità che si rivelano solo a passo lento. Se hai camminato con noi fino a qui, preparati a una nuova geografia dell’emozione. Se stai iniziando ora, benvenuto: ogni passo è il primo.
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Tra i muretti a secco, i terrazzamenti e il cielo aperto della Valle d’Itria, l’Anello dei Dolmen invita a un cammino che unisce natura e storia. Si parte e si arriva da un parcheggio panoramico lungo la SP 124, a nord di Montalbano di Fasano. Il borgo, con le sue torri medievali, la chiesa di Santa Maria dell’Assunta e le vie lastricate, merita qualche istante prima o dopo l’escursione: il campanile romanico, il Palazzo Ducale e le cripte sotterranee custodiscono segni di secoli passati. Questo trekking in Puglia attraversa uliveti millenari, campi orticati, vecchi muretti a secco e conduce a tre dolmen storici:
Ogni dolmen emerge tra ulivi e pietre come un confronto vivente tra natura e storia.Tra le rocce il profumo delle erbe aromatiche – menta, timo, salvia – accompagna il passo. Si può sostare su un muretto a secco per assaporare il silenzio inframmezzato dai grilli: un rito senza tempo. Dopo l’anello, una passeggiata nel borgo vecchio di Montalbano di Fasano rivela scorci di arte romanica, antiche botteghe e la vista su valli punteggiate della Valle d’Itria.
Lunghezza: circa 7 km (anello).
Dislivello: +100 m.
Durata: circa 2 h (con soste).
Difficoltà: facile/media (terreno sterrato, pietraia)
Segnaletica: CAI e pannelli informativi.
Per informazioni su orari, visite guidate e contesto storico-artistico si può consultare la Pro Loco di Fasano o l’Ufficio Turistico del Parco Dune Costiere. Se serve soccorso, chiamare il 112; per interventi nei tratti meno accessibili può intervenire il Soccorso Alpino e Speleologico Puglia – sezione Val D’Itria.
Nel cuore della Murgia, la Valle dell’Inferno è una gola d’ombra e luce scavata nella pietra della Murgia, un teatro naturale d’ombra e luce. Il cammino parte dal grande parcheggio a ridosso della strada provinciale, poco sotto Castel del Monte, simbolo dell’Apulia medievale, che domina la collina come una corona di pietra. Edificato attorno al 1240 per volere dell’imperatore Federico II di Svevia, Castel del Monte è una meraviglia geometrica, simbolica e architettonica. La pianta ottagonale, le otto torri che ne ricalcano la forma, l’orientamento astronomico e l’uso raffinato di materiali (pietra calcarea, marmo, breccia corallina) lo rendono un enigma artistico e filosofico. Dichiarato Patrimonio UNESCO, il castello è stato interpretato come osservatorio astronomico, padiglione di caccia, luogo esoterico. Ogni suo angolo sembra costruito per meravigliare e interrogare, tra ombre calcolate e luci che mutano col giorno. È il coronamento simbolico di un trekking in Puglia che unisce terra e spirito. Il sentiero scende nella valle attraverso doline, caverne e prati calpestati dalla storia. I primi passi sono accompagnati dal silenzio assoluto, interrotto solo dal canto di qualche uccello o dal fruscio del vento. Il paesaggio si apre in un’alternanza suggestiva di crepacci e spazi aperti, che avvolgono chi percorre questo sentiero. Tre tappe da imprimere nella memoria:
Il termine “Murge” deriva dal latino murex, che significa “roccia aguzza”: un riferimento diretto al paesaggio brullo, ondulato e pietroso che caratterizza l’altopiano pugliese compreso tra Bari, Taranto e la Capitanata. Un territorio segnato da carsismo, doline, lame e gravine, dove la vegetazione si fa rada ma tenace, e ogni passo racconta un millennio di erosione, resistenza, e presenza umana. L’itinerario riallacciato al parcheggio, riconduce infine a Castel del Monte, un invito alla contemplazione post-cammino, dove la geometria diventa un linguaggio universale.
Lunghezza: 6 km (anello).
Dislivello: ±150 m.
Durata: 2 h circa (con soste).
Difficoltà: media, alcuni tratti su pietra calcarea disagevole.
Segnaletica: CAI e pannelli informativi del Parco dell’Alta Murgia.
Periodo consigliato: primavera e autunno.
Il Parco Nazionale dell’Alta Murgia e l’Ente Gestore di Castel del Monte forniscono mappe, informazioni sui sentieri e visite guidate al castello. In caso di emergenze, il 112 è attivo nell’area; per soccorsi in luoghi impervi o scoscesi interviene il Soccorso Alpino e Speleologico Puglia – sezione Appennino.
Tra promontori intagliati dal vento e il mare di un blu profondo, questo trekking in Puglia poco noto si snoda lungo il promontorio di Monte Saraceno, sopra Mattinata, per regalarti un viaggio nel cuore del Gargano più segreto. Un parcheggio modesto accoglie i pochi che cercano calma e scoperta. Da qui, si scende seguendo un antico tracciato rurale, tra fichi d’India, ginestre e terrazze affacciate. Il sentiero ha inizio nei pressi della necropoli dauna sul versante sud di Monte Saraceno, poco oltre il centro abitato di Mattinata. Si tratta di un sito archeologico di grande importanza, con oltre 500 tombe scavate nella roccia tra l’VIII e il V secolo a.C., appartenenti all’antico popolo dei Dauni. Alcune sepolture conservano ancora il profilo scolpito e i segni votivi, offrendo un’immersione profonda nelle origini pre-romane della regione garganica. L’itinerario è ad anello: dopo aver attraversato le grotte, il terrazzo e l’arco marino, si risale lentamente lungo un percorso alternativo che riporta al punto di partenza. Tre meraviglie del sentiero:
Al termine dell’escursione, vale la pena concedersi una sosta nel borgo di Mattinata, incastonato tra gli ulivi e le falesie del Gargano. Il centro storico conserva l’impianto tradizionale fatto di case bianche e viuzze silenziose, e nasconde luoghi sorprendenti come il Museo Civico e la Chiesa di Santa Maria della Luce, ricostruita nel XVIII secolo sui resti di un precedente santuario medievale. L’interno, semplice e luminoso, custodisce la statua lignea della Madonna con Bambino, risalente al Cinquecento, e tracce di affreschi più antichi, testimonianza della devozione mariana del territorio. Il Museo Civico di Mattinata espone invece una selezione di reperti provenienti dalla necropoli dauna di Monte Saraceno: ceramiche geometriche, coppe, ornamenti e soprattutto le famose statuette votive in pietra calcarea, raffiguranti guerrieri, cavalli e figure femminili stilizzate, simboli dell’identità culturale dell’antico popolo dauno. Il belvedere urbano, infine, regala un ultimo sguardo sul golfo, tra scogliere alte, fioriture spontanee e il profumo salmastro che sale dal mare.
Lunghezza: circa 4 km (anello).
Dislivello: +120 m.
Durata: 1 h e 30 min (con soste).
Difficoltà: facile/media, un po’ esposto lungo il promontorio.
Segnaletica: minima, meglio avere una mappa del territorio e il GPS attivo.
Periodo consigliato: primavera ed estate (per il mare limpido).
Per informazioni e consigli, si può chiedere alla Pro Loco di Mattinata o al Museo Naturalistico del Gargano. In caso di necessità o emergenze lungo il sentiero, il 112 è sempre attivo; nelle aree più esposte, il Soccorso Alpino e Speleologico Puglia – sezione del Gargano è pronto a intervenire.
Con questi ultimi tre cammini in Puglia si chiude un viaggio che non è solo geografico, ma emozionale. La Puglia dei trekking non si mostra: si lascia attraversare, lentamente. Ogni sentiero è un invito a restare un po’ di più, a guardare meglio, a camminare con il cuore. Se ti sei perso la prima parte del nostro viaggio – tra scogliere salentine, canyon spettacolari e boschi sacri del Gargano – clicca qui per leggerla subito!
Data: 16 Ago 2025
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