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Nessuno ha mai svelato l’anima di Michelangelo Buonarroti, con così tanta passione e intensità.
Nessuno, prima di lui. Giovedì 22 marzo, Vittorio Sgarbi salirà sul palcoscenico del Teatro Kennedy di Fasano nella duplice veste di critico d’arte e di uomo di spettacolo, accompagnando il pubblico in un viaggio sensazionale, alla scoperta di uno degli artisti più grandi di tutti i tempi.
Impreziosito dalle evocative musiche, composte ed interpretate dal vivo da Valentino Corvino (violino, viola, oud, elettronica) e dalle immagini delle opere rese vive dal visual artist Tommaso Arosio, il suo racconto andrà a ricostruire un periodo emblematico, imprescindibile ed unico nell’arte a cavallo del Cinquecento, tra il trionfo del Rinascimento e la nascita del Manierismo e del Barocco.
Scultore, pittore, architetto e poeta, il Buonarroti è sicuramente tra gli artisti a tutto tondo a rappresentare la bellezza dell’arte occidentale, attraverso capolavori che non conoscono limiti di tempo e di spazio. Durante lo spettacolo, scorreranno sul palcoscenico le immagini delle sue opere, a partire dalla celebre Pietà, scolpita quando aveva solo ventiquattro anni, che raffigura gazza diciottenne e il suo figlio trentenne, tenuto in braccio come un bambino appena nato.
Protagonista di un altro pannello sarà il David, emblema del “genico che si reinventa passato e presente”, della capacità del grande artista di “immaginare un passato che non poteva conoscere”: un concetto rappresentato nei David di Michelangelo, David di Donatello, Bronzo di Riace. La parabola della vita di Michelangelo, passando per il Mosè e il Giudizio Universale, si concluderà con i suoi ultimi lavori, caratterizzati da un linguaggio più contemporaneo, sorprendentemente anticipatore dei tempi.
Avvalendosi della sua innata capacità oratoria, con questo spettacolo Sgarbi riesce perfettamente nel nobile intento di (ri)avvicinare gli italiani alle opere e agli artisti che hanno reso l’Italia famosa in tutto il mondo, ricordando a questo popolo l’inestimabile valore del nostro patrimonio artistico, troppe volte dimenticato.