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Monte Sant’Angelo è conosciuta soprattutto per la grotta di San Michele, meta di migliaia di pellegrini fin dal Medioevo. Questo posto era venerato anche dal popolo longobardo, invasore del territorio pugliese, in quanto il Santo possedeva le stesse doti combattive del dio che era venerato dal popolo nordico. Questo luogo sacro divenne una delle tappe principali della Via Sacra Langobardum che collegava la Via Francigena (da Roma a Mont-Saint Michel) e la Strada per Gerusalemme.
Questa via sacra, la cui denominazione “longobarda” si pensa sia stata assegnata soltanto negli anni ’90, tocca numerosi santuari del Gargano.
Durante il Medioevo era uno dei percorsi più affollati dai pellegrini. Ogni cristiano per essere tale doveva compiere almeno una visita ad uno dei luoghi sacri del trinomio salvifico Deus (sepolcro di Cristo a Gerusalemme), Angelus (grotta dell’Arcangelo Michele a Monte Sant’Angelo), Homo (tomba degli apostoli Pietro e Paolo a Roma o di S. Giacomo a Compostela in Spagna).
Lungo le vie di pellegrinaggio erano poste chiese, monasteri e ospizi per offrire ricovero e protezione ai numerosi pellegrini. Nella via Sacra dei Longobardi uno dei conventi disposti a fornire asilo ai pellegrini era il convento del vallone di Stignano. Dopo la fine del Medioevo continuarono le affluenze e i flussi di pellegrini nel Gargano. Non si esaurì la devozione per la grotta e il santuario di San Michele. Piuttosto si tramutò in fenomeno popolare che caratterizzava i ritmi contadini, in una nuova scansione.
Oggi i pellegrini sono attratti soprattutto dai luoghi di San Pio; viaggiano in pullman e in auto. La Via Sacra Langobardum non è mai stata abbandonata, a partire dal medioevo. E tuttora il comune di Monte Sant’Angelo è avvolto da un’aura di un fascino e di una bellezza mistica.
Data: 1 Apr 2019
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