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Uniba, sviluppato un nuovo protocollo per identificare i geni alterati nella leucemia acuta mieloide

“La ricerca del team barese è una potente alleata contro la lotta alle leucemie.”
Uniba, sviluppato un nuovo protocollo per identificare i geni alterati nella leucemia acuta mieloide

Le grandi riviste scientifiche internazionali sono tornate a parlare di alcune ricerche compiute dall’Università di Bari. Questa volta il magazine Genes ha mostrato interesse per il lavoro prodotto dal gruppo del Laboratorio di Ricerca per le Scienze Ematologiche dell’U.O.C. di Ematologia con Trapianto (Dipartimento dell’ Emergenza e dei Trapianti di Organi) diretto dal Prof. Francesco Albano

Il merito dell’equipe pugliese è stato quello di individuare una tra le più innovative tecniche di sequenziamento (chiamate di ‘terza generazione’) nell’ambito delle leucemie acute mieloidi (LAM).

Il sequenziamento degli acidi nucleici con tecnologie di ultima generazione (detta anche ‘seconda generazione’) è diventato uno strumento importante per molti ambiti, dal miglioramento della conoscenza dei meccanismi che regolano la funzione del DNA fino alla possibilità di individuare anomalie geniche associate ai tumori.

I risultati della ricerca

I risultati diretti dal prof. Albano hanno dimostrato che l’applicazione di questa tecnologia, se accompagnata dal corretto sviluppo di uno specifico protocollo di lavoro, risulta essere sempre più sensibile, economica e vantaggiosa. La tecnica, infatti, permette di velocizzare la produzione dei risultati rispetto alla procedura, tutt’oggi utilizzata nei centri più all’avanguardia nella diagnosi di questo tipo di leucemia.

Il nuovo progetto di ricerca, inoltre, è stato realizzato solamente grazie al supporto dell‘Associazione Italiana contro le Leucemie, Mieloma e Linfoma della Sezione di Bari (AIL-Bari).

Come facilmente intuibile, la possibilità di avere informazioni sullo stato di alcuni geni nel paziente affetto da LAM rappresenta un elemento importantissimo per la definizione della prognosi, che, se ottenuta in tempi rapidi, può migliorare anche il programma terapeutico. L’attuale tecnologia di sequenziamento di ‘seconda generazione’ è tuttavia ancora limitata a causa degli alti costi.

Quella di ‘terza generazione’, così come dimostrato dal gruppo di ricerca barese, può rappresentare una soluzione economicamente più sostenibile e vantaggiosa sotto molti aspetti tecnici, portando, dunque, un potente alleato contro la lotta alle leucemie.


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