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Con il termine di un trapianto di rene da vivente che si è tenuto nella giornata di ieri nel Policlinico di Bari, la Puglia è salita sul podio delle prime tre regioni d’Italia per questo tipo di procedura.
L’operazione, eseguita dal prof. Michele Battaglia, direttore della cattedra di Urologia e del Centro trapianti di rene dell’Università di Bari, è stata il ventesimo trapianto di rene da vivente dall’inizio del 2019.
Oltre all’importante traguardo, ciò che ha caratterizzato ulteriormente l’intervento è stato l’avere preliminarmente utilizzato la chirurgia robotica per l’esplorazione del campo chirurgico, resasi utile per riuscire ad escludere eventuale presenza di neoplasie contestuali alla successiva esecuzione del trapianto.
Come ha sottolineato il prof. Battaglia, la straordinaria catena di solidarietà che si realizza, in occasione della donazione da vivente, in ambito familiare, rappresenta un incredibile meccanismo che rientra all’interno del più ampio sistema della donazione degli organi.
Per la sensibilizzazione al trapianto, infatti, la Sanità e le istituzioni politiche regionali hanno iniziato a investire ingenti e specifiche risorse nei più svariati settori. Personale, tecnologia, farmaci per il controllo del rigetto sono solamente alcuni di questi che permettono di ottimizzare il complesso sistema del trapianto degli organi riconosciuto come uno tra le maggiori espressioni di efficienza di un sistema sanitario multidisciplinare e moderno.
Il trapianto di rene consiste nella donazione dell’organo da un soggetto sano a quello con Malattia Renale Cronica allo stadio terminale. Per sapere se si può essere un potenziale candidato idoneo per il trapianto bisogna verificare la situazione personale con il Nefrologo, che dovrà valutare la condizione di salute generale dei reni e poi compiere una segnalazione al centro trapianti.
Una volta ottenuto il via libera dallo specialista, sarà necessario sottoporsi a tutti gli esami medici e i test del caso. Solamente a questo punto si può inserire il nominativo del paziente su una lista regionale o nazionale di attesa per il trapianto dei reni, per poi aspettare di ricevere l’organo da una persona deceduta o da un donatore compatibile.
Data: 18 Dic 2019
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