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Un salto indietro nel tempo, un tuffo nell’era medievale, quello che la città vecchia di Taranto si appresta a vivere sabato 13 maggio, in occasione della rievocazione storica del Matrimonio di Maria d’Enghien.
Giunta alla XIX edizione, la manifestazione nasce da un progetto dell’Associazione culturale intitolata alla principessa di Taranto e regina del Regno di Napoli, e ogni anno deve la sua realizzazione al finanziamento della stessa associazione, nella persona del presidente, senza usufruire del sostegno pubblico.
Tra rulli di tamburi, sbandieratori e costumi d’epoca, i figuranti saranno impegnati nel ricreare l’atmosfera medievale, facendo rivivere ai visitatori nello splendido scenario della Città vecchia i momenti salienti del matrimonio che ha segnato la storia di Taranto.
Una grande festa, un appuntamento imperdibile volto ad esaltare questo particolare momento storico, grazie alla ricostruzione minuta di ogni dettaglio, dall’accampamento militare al mercato, dalle lotte fra i soldati ai momenti di intrattenimento affidati al falconiere e all’arpista.
Brevi cenni storici
«Era il 23 aprile del 1407, quando nella cappella di San Leonardo, si celebrò il matrimonio tra la bella e avventurosa Maria d’Enghien, principessa di Taranto, e Ladislao, re di Napoli. Il matrimonio era stato organizzato con il solo scopo, da parte di Ladislao, di impossessarsi delle terre del Principato di Taranto che, con la guerra, non era riuscito a conquistare. Difatti Maria, dopo aver vissuto per diversi anni all’ombra del primo marito, Raimondo del Balzo Orsini, in seguito all’improvvisa morte di quest’ultimo, era stata costretta a cingersi d’armi lei stessa per respingere i numerosi attacchi del re di Napoli. Molti nel campo napoletano volevano persuadere il Re a desistere e a tornare a Napoli, finché Gentile da Monterano suggerì a Ladislao di offrire a Maria il titolo di Regina. Il 24 maggio, Maria partì per Napoli dove venne accolta benevolmente dal popolo. Alla morte di Ladislao il regno passò alla sorella Giovanna II, donna di facili e costumi e di notevole crudeltà che fece imprigionare la cognata e i suoi figli. Liberata da Giacomo della Marca, futuro marito di Giovanna II, Maria tornò a Lecce dove trascorse gli ultimi anni della sua vita dedicandosi all’amministrazione dei suoi feudi per i quali emanò diversi statuti e privilegi. Morì a Lecce il 9 maggio 1446».