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“Nessun particolare interesse archeologico”. Con queste parole Maria Piccarreta, soprintendente archeologico per le province di Brindisi, Lecce e Taranto, ha stroncato ieri sul nascere l’entusiasmo per il ritrovamento nelle acque di capo San Vito, a Taranto, di una statuetta raffigurante l’Afrodite che si allaccia il sandalo, che aveva portato il sindaco, Ippazio Stefano, a convocare una conferenza stampa il 26 gennaio scorso per presentare quella che era stata definita come una eccezionale scoperta archeologica. I fatti risalivano a circa due settimane fa, quando un tennista professionista di Martina Franca, Luca Dinoi, alla sua quarta esperienza di pesca subacquea, aveva rinvenuto la statuetta bronzea alta 80 centimetri e raffigurante una donna, probabilmente la dea Afrodite, che si deterge il piede sinistro.
“Ho mostrato la statua a due archeologi e un terzo archeologo della sovrintendenza è arrivato da Bari. Dicono che si tratta di un reperto del quarto secolo avanti Cristo. Seguiranno accertamenti più precisi. Vogliamo che la statua resti a Taranto” aveva subito precisato il primo cittadino di Taranto, dando luce alla rilevanza del ritrovamento: per la Soprintendenza, però, si tratta di una mera riproduzione. “Non si registra minimamente la presenza di incrostazioni marine, di macchie e di ossidazioni del metallo compatibili con una presunta plurimillenaria giacitura sui fondali-spiega l’esperta- se la statuetta – che stando ai primi rilievi risalirebbe a 25mila anni fa – è rimasta per molto tempo sott’acqua, avrebbe dovuto avere oggi segni ben diversi da quelli che presenta”. Ora sarà tempo di realizzare ulteriori approfondimenti diagnostici sul materiale utilizzato e sulle caratteristiche tecniche. Il manufatto è temporaneamente custodito nel Convento di Sant’Antonio.
Data: 4 Feb 2017
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