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È l’insediamento più antico di Taranto ed ospita gran parte dei monumenti storici della città. È attraversata da Via Duomo al centro, da via Garibaldi e da Via Cariati al nord e dalla “ringhiera” (Corso Vittorio Emanuele II) a sud, da dove si scorgono le isole Cheradi e lo sguardo spazia sul Mar Ionio.
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Appena superato il ponte girevole, sulla sinistra si trova il Castello Aragonese, affacciato parte sul Mar Grande e parte sul Canale Navigabile. Il castello, di forma quadrangolare, deve il suo attuale assetto a Ferdinando d’Aragona, sul finire del ‘400. Durante lo scorso secolo fu utilizzato come carcere e a causa di questo la struttura ha subito pesanti trasformazioni. Ad ogni angolo si trova un torrione cilindrico.
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Da piazza Castello, prendendo via Duomo, si raggiunge la Cattedrale, intitolata a S. Cataldo e fondata nel 1070. Come la maggior parte dei monumenti chiesastici anche la cattedrale di Taranto è stata più volte rimaneggiata nel corso dei secoli, durante gli ultimi restauri però si è puntato a ridare le forme originali della stessa, tranne per la facciata che conserva tuttora forme barocche. L’interno è a pianta basilicale a tre navate divise da 16 colonne, entrando in chiesa sulla sinistra si trova il fonte battesimale, una vasca di origini bizantine riscalpellata in epoca barocca. Il soffitto della navata centrale è in legno a cassettoni, arricchito dalle figure a rilievo di San Cataldo e dell’Immacolata. Molto interessante la fattura barocca della cappella di San Cataldo (alla destra dell’abside), la sua realizzazione è durata oltre 150 anni. All’interno del duomo sono custodite alcune reliquie del Santo, molto interessante anche il tesoro della cattedrale che è esposto presso il Museo Diocesano di Arte Sacra. Affiancato al Duomo c’è il Palazzo Episcopale, dove sono conservate alcune tele settecentesche.
Proseguendo su via Duomo si giunge a palazzo Galeota, una costruzione nobiliare settecentesca che attualmente ospita alcuni uffici comunali. Come molti palazzi dell’epoca ha un bel cortile interno, le decorazioni sono ispirate dalla scuola napoletana oltre a presentare numerose influenze del barocco leccese.
Nei pressi di palazzo Galeota, in piazza Castello, si trova il Tempio Dorico, conosciuto anche come Tempio di Poseidone; risalente al VI secolo a.C. Ciò che rende particolarmente importante questo tempio, tanto da essere considerato il simbolo della città di Taranto, è il fatto che sia il più antico della Magna Grecia. A causa dei frequenti saccheggi ed all’utilizzo di elementi architettonici reimpiegati in altre costruzioni, resta poco dell’originale tempio, i cui resti sono stati trovati soprattutto all’interno del monastero di S. Michele. Ciò che resta a testimonianza del tempio, sono solo due delle colonne che un tempo formavano il portico che si trovava lungo il perimetro del tempio.
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Nelle vicinanze è possibile visitare la bellissima chiesa di San Michele con il suo annesso convento, attualmente il convento è sede di una scuola, la chiesa invece è stata riaperta dopo numerosi anni di chiusura. Risalente al XVIII secolo, al suo interno si trova una statua di Maria Immacolata di scuola napoletana che è tra l’altro la protettrice della città. L’interno è a navata unica arricchito da marmi policromi; di notevole bellezza è il soffitto ricco di stucchi.
Continuando a percorrere via Duomo, si raggiunge palazzo Pantaleo, costruito nella seconda metà del ‘700 dal barone Francesco Maria Pantaleo. Palazzo Pantaleo si affaccia sul mar Grande ed al suo interno è allestito il Museo Etnografico “Alfredo Majorano”. Il percorso museale illustra i riti della settimana santa, molto sentiti in città ed in tutta la provincia di Taranto, vi è poi una sezione dedicata ai giochi popolari ed una relativa ai lavori legati all’habitat rupestre delle gravine.
Nelle vicinanze, in quello che un tempo fu il seminario arcivescovile, si trova il Museo Diocesano di Arte Sacra, al suo interno si trovano otre 300 opere tra quadri, reliquie ed arredi sacri, provenienti dalle chiese cittadine.
Essendo via Duomo l’arteria principale dell’Isola, la maggior parte degli edifici di culto e dei palazzi dei notabili, si trovano proprio lungo questa via. Qui si trova anche la Chiesa di San Domenico Maggiore, un edificio in stile romanico – gotico costruito su di un preesistente tempio greco. La facciata è molto sobria e l’accesso avviene per mezzo di una bella scala a doppia rampa. L’interno della chiesa è a croce latina ad unica navata; lungo le pareti laterali vi sono delle cappelle cinquecentesche riccamente decorate.
L’ex convento di S. Francesco di Assisi, è un edificio costruito nel XIV secolo dal Principe di Taranto Filippo d’Angiò, questa struttura, ha avuto nel tempo numerose destinazioni d’uso, è conosciuta infatti anche come Caserma Rossarol, dato che dall’unità d’Italia è stato prima sede del IX Reggimento Fanteria omonimo, successivamente caserma di Pubblica Sicurezza e dopo ancora caserma dei Carabinieri. Attualmente è ospitata all’interno una delle sedi dell’Università degli studi di Taranto.
Durante la Settimana Santa, più precisamente dal Giovedì Santo, per le strade e le chiese dell’Isola e del Borgo, si svolgono i riti della Settimana Santa, che hanno origine dal periodo della dominazione spagnola (numerose infatti sono le similitudini con i riti che tuttora si svolgono in alcune città spagnole). I riti iniziano con i perdoni il Giovedì Santo, questi sono coppie di confratelli della Chiesa del Carmine (situata nel borgo nuovo) che con una tunica bianca ed un cappuccio dello stesso colore, girano per la città scalzi. I perdoni, rientrano a mezzanotte quando dalla Chiesa di San Domenico parte la processione della Madonna Addolorata che, con un percorso che tocca gran parte della città, dura tutta la notte e si conclude il pomeriggio del Venerdì Santo. Durante la processione vengono suonate marce funebri. Al rientro della Processione dell’Addolorata, parte dalla Chiesa del Carmine la Processione dei Misteri nella quale vengono portate in giro alcune statue raffiguranti la passione di Gesù. La Processione dei Misteri, rientra la mattina del Sabato Santo.
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