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Il Policlinico Riuniti di Foggia, dopo aver ricevuto l’approvazione da parte del Comitato etico, potrà partire con lo studio sperimentale prospettico sul ruolo della saliva nella diagnosi precoce e monitoraggio dei pazienti con Covid-19. A coordinare il tutto la professoressa Teresa Antonia Santantonio, direttrice dell’UOC di Malattie Infettive.
Lo studio ha un obiettivo primario: verificare la sensibilità e specificità della ricerca di SARS-CoV-2 nella saliva rispetto al tampone nasofaringeo. Oltre a questo gli scopi secondari sono:
La durata dello studio, come specificato in una nota stampa, è di 12 mesi e interesserà soggetti con diagnosi documentata o sospetta di infezione da SARS-CoV-2.
“Lo scopo del nostro studio – ha spiegato la prof.ssa Teresa Antonia Santantonio – è quello di cercare nella saliva il nuovo coronavirus. Attualmente il virus viene cercato con il tampone naso-faringeo, esame invasivo, che richiede l’esecuzione da parte di operatori esperti. Al contrario la raccolta della saliva è una metodica non invasiva eseguita direttamente dal paziente. Il confronto dei risultati ottenuti con la ricerca del virus sia nella saliva sia sul tampone naso-faringeo servirà a chiarire se la diagnosi di COVID-19 può essere fatta in modo più semplice ma altrettanto affidabile. In aggiunta al genoma virale verranno ricercati nella saliva alcune proteine del virus (antigeni) e gli anticorpi prodotti dal nostro sistema immune per combattere quest’ultimo. I risultati di questo studio permetteranno di migliorare la diagnosi e la gestione dei pazienti con COVID-19″.
La ricerca di SARS-CoV2 nella saliva verrà eseguita in parallelo al tampone nasofaringeo su un campione di circa 200 pazienti affetti dal virus ricoverati presso l’UOC di Malattie Infettive e su 100 casi sospetti sottoposti a tampone nasofaringeo presso il COGE (Centro Operativo Gestione Emergenze).
La saliva sarà auto-raccolta tramite un dispositivo, una provetta che contiene un batuffolo di cotone che viene masticato per almeno un minuto al mattino prima di far colazione; il contenitore va conservato a -80°C fino all’esecuzione del test molecolare. Non è da sottovalutare un altro aspetto decisivo per la salute: una metodologia di screening così semplice da gestire autonomamente permette un contatto minimo con gli operatori riducendo notevolmente anche la possibilità di contagio tra loro e gli stessi pazienti, permettendo un contenimento dei contatti evitando così la diffusione del virus.
Data: 25 Feb 2021
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