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È stata inaugurata ieri mattina una nuova camera all’interno del Pronto Soccorso del Policlinico di Bari destinata all’accoglienza delle vittime di violenza di genere.
La Stanza rosa “Anna Costanzo”, questo il suo nome, è intitolata ad una delle vittime del femminicidio: la donna è stata uccisa dieci anni fa dal suo ex compagno nella notte tra il 10 e l’11 luglio del 2019.
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Questo spazio protetto sarà utilizzabile da tutte le vittime di violenza e rientra nell’ambito delle procedure e consulenze previste all’interno del Binario Rosa, un progetto sperimentale finalizzato all’istituzione nel Pronto Soccorso del Policlinico di Bari del codice rosa. Quest’ultimo sarà assegnato a chi si presenterà in struttura e avrà subito violenza o maltrattamenti di vario genere.
Come ha ricordato il presidente della Regione Puglia Michele Emiliano, sono tantissimi i casi nei quali la violenza viene scambiata come manifestazione di amore o di affetto. La stanza rosa, quindi, nasce proprio come spazio dedicato che dovrà accogliere il cittadino e dovrà avviare con il Binario Rosa una procedura anche di tipo giudiziario all’interno del quale le forze di polizia e la magistratura dovranno intervenire per la salvaguardia del paziente.
La Stanza rosa, già presente, in seguito alla ristrutturazione del Pronto Soccorso avrà ora una sistemazione migliore: le ristrutturazioni effettuate sono state realizzate tendo conto dei contenuti delle linee guida di Hospitality, l’accoglienza nelle strutture sanitarie pugliesi. Il progetto, oltre che con il contributo della Regione Puglia è stato realizzato anche dall’Agenzia Regionale Strategica per lo Sviluppo Ecosostenibile del Territorio (ASSET) in collaborazione con l’Agenzia Strategica Regionale per la Salute e il Sociale (ARESS).
I dati raccolti dall’Osservatorio regionale, hanno fatto emergere che solamente tra il 2015 e il 2018 oltre 6.300 donne si sono rivolte ai centri antiviolenza. Nel 90% dei casi le donne sono di nazionalità italiana e il maltrattamento viene consumato in famiglia.
I casi di maltrattamenti, inoltre, sono trasversali alle fasce di età, ai titoli di studio, alla condizione lavorativa anche se la percentuale più alta viene registrata tra donne che hanno età compresa tra i 30 e i 49 anni (60%).
Data: 23 Ott 2019
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