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Chi ha detto che i social non sono utili? Per smentite, chiedere alla famiglia Scivetti di Giovinazzo, protagonista di una disavventura con happy ending alla vigilia di Capodanno e capace di venire a conoscenza del proprio “benefattore” proprio grazie agli appelli lanciati su Facebook. Facciamo un passo indietro di qualche giorno, serata del 30 dicembre 2015: “Io e la mia famiglia eravamo di rientro in Puglia dopo una gita ad Assisi e Santa Rita da Cascia-ci scrive Gianluca Scivetti-quando ad un tratto sull’autostrada A1 in direzione Bari, a pochi chilometri da Avellino mia madre di 63 anni accusa un malore e poco dopo perde i sensi fino allo svenimento, restando priva di conoscenza per almeno 5 minuti, stesa per terra sull’autostrada buia e priva di emergenza”. Un dramma che ha portato nel caos i protagonisti: “Sono andato in confusione ed addirittura anzichè chiamare il 118 abbiamo fatto sulla tastiera dello smartphone il 112-prosegue Gianluca-Sembrava tutto finito, avevo pensato al peggio, ma ad un tratto è accaduto che Dio ci è venuto incontro, infatti mentre ero a sorvegliare mia madre priva di sensi sull’asfalto un autista proveniente a nord di Napoli ed alla guida di un bilico di 13 metri si è fermato a darci assistenza”. L’uomo ha prestato soccorso fisico e morale: “Ha dato dato a mia madre il suo cappello per riscaldargli le mani gelide e livide -procede il racconto- ci riferiva il tratto di strada a me sconosciuto da riferire al 118 per l’invio dell’ambulanza, mi diceva di tenerla sveglia e persino di stare tranquilli”. La donna è stata soccorsa all’ospedale di Avellino e ha potuto trascorrere il 31 dicembre a casa.
Tornata a Giovinazzo, la famiglia coinvolta ha subito lanciato un appello per riuscire a entrare in contatto con il soccorritore, che aveva solo detto di essere di Bisceglie prima di allontanarsi. 48 ore di ricerche ed eccolo rintracciato su Facebook: si chiama Nico Di Gioia, autotrasportatore di Bisceglie, prontamente ringraziato a mezzo “post” dalla famiglia Scivetti, in attesa di potersi incontrare e stringere la mano, per quello che Gianluca e i suoi familiari definiscono “un eroe che vorremmo tanto abbracciare”.
Data: 5 Gen 2016
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