Mola di Bari: Si faceva chiamare Giovanni
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“Si faceva chiamare Giovanni” il 12 gennaio a Mola di Bari

Si faceva chiamare Giovanni
Evento
Si faceva chiamare Giovanni
Località
Mola di Bari (BA) - Palazzo Pesce
Data/periodo
12 gen 2019
Orario
20:30
Ingresso
a pagamento

Il secondo sabato dell’anno è pronto per accogliere il monologo diretto e interpretato da Elisabetta Aloia, “Si faceva chiamare Giovanni”. Appuntamento alle 20:30 del 12 gennaio 2019 a Palazzo Pesce di Mola di Bari.

“Si faceva chiamare Giovanni” è un’opera ambientata nel 1744 che ha come protagonista Giovanni Bianchi. Questi, un famoso medico e professore di Anatomia, si pone come obiettivo quello di mettere per iscritto e di svelare i lati più oscuri della storia di Giovanni Bordoni, un servitore romano del governatore di Anghiari.

Bordoni era morto un anno prima nell’ospedale di Santa Maria della Scala a Siena a causa di un’infezione. Il malanno, sopraggiunto a seguito di un colpo da archibugio, aveva colpito Giovanni Bordoni a partire dal giugno 1743. Il servitore era molto conosciuto a causa della smodata passione per le donne che gli aveva permesso di godere della fama eterna di donnaiolo. In realtà, però, una volta spogliato il corpo di Giovanni, gli inservienti dell’ospedale avevano notato che di maschile c’era ben poco: l’uomo era in realtà una fanciulla travestita.

Le parole del racconto di Bianchi verranno messe in scena da Elisabetta Aloia, attrice pugliese che vanta diverse collaborazioni con importanti compagnie teatrali.

L’attrice ha avuto modo di collaborare con la Compagnia Diaghilev, ed è con loro stata regista e interprete di La Ianara, dall’omonimo romanzo di Licia Giaquinto. Oltre a questa rappresentazione, la Aloia è stata anche autrice di “E quello, il pesce, alla fine si è vendicato!“.

Si faceva chiamare Giovanni, un’opera che racconta l’attualità

Nel rappresentare “Si faceva chiamare Giovanni“, Elisabetta Aloia riuscirà a rendere la vicenda sempre più appassionante attraverso l’immaginazione di dialoghi di “Giovanni“, delle sue passioni e del suo desiderio di reinventare la propria personalità per essere libera di essere se stessa e di seguire le inclinazioni del suo cuore. Per quegli anni, infatti, era praticamente impossibile mostrare la propria reale identità, in quanto la ragazza sarebbe stata considerata immorale e contronatura.

Una storia, quella di “Si faceva chiamare Giovanni”, che sebbene ambientata in un passato remoto, richiamerà agli spettatori delle vicende tanto attuali e contemporanee. Appuntamento imperdibile per il 12 gennaio a Mola di Bari.

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