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Scoprirono l’Uomo di Altamura, gli spettano 450mila euro: la decisione del Tar

Scoprirono l’Uomo di Altamura, gli spettano 450mila euro: la decisione del Tar

Lorenzo Di Liso e Marco Milillo, gli speleologi baresi capaci di scoprire il reperto preistorico meglio noto come Uomo di Altamura, hanno diritto a far proprio il premio per il rinvenimento. A stabilirlo è una sentenza del Tar di Bari, che fa la somma con i riconoscimenti già maturati per mano del Cars (Centro Altamurano Ricerche Speleologiche). Il ministero ha quantificato il valore della scoperta in un milione 800mila euro: dovrà così erogare la somma complessiva di 450mila euro ai tre soggetti-nella somma è incluso anche lo stesso Cars-esaurendo così un contenzioso giudiziario nato nel 2001 dopo che una decisione presa dalla soprintendenza nei fatti che negava il diritto a percepire il premio perché i proprietari dei suoli dove nel 1993 è avvenuta la scoperta non avevano mai rilasciato l’autorizzazione agli speleologi a entrare nel suolo.

I soldi andranno al Cai e agli speleologi baresi Lorenzo Di Liso e Marco Milillo

Lo scheletro fossile dell’Uomo di Altamura venne scoperto nel 1993 da alcuni speleologi altamurani e baresi all’interno del sistema carsico di Lamalunga, nel territorio di Altamura, nell’Alta Murgia della Puglia. Un primo e unico frammento dello scheletro, estratto fisicamente nel 2009 da una scapola, ha consentito di raccogliere dati sul Dna, quantificare alcuni aspetti sulla morfologia e collocare cronologicamente l’Uomo di Altamura in un intervallo finale del Pleistocene Medio compreso tra 172 e 130mila anni. Dopo anni di lungaggini giudiziarie e burocratiche, nel 2007 i giudici della terza sezione-con una sentenza di nove pagine-facevano chiarezza sul tema, sottolineando come i proprietari del terreno subito dopo la scoperta aveva escluso si fossero mai opposti all’ingresso degli speleologi. Milillo e Di Liso esploravano infatti la grotta a titolo individuale e non per conto del Cai, l’associazione della quale facevano parte: il dato ha di fatto provocato il respingimento del ricorso al Tar presentato dallo stesso Cai, che non ha così alcun diritto a mirare al riconoscimento in denaro. Premi e indennizzi sul tavolo di una scoperta nei fatti epocale:il ministero non aveva ancora dato applicazione alla sentenza del Tar, sostenendo di non aver ben compreso chi fossero i destinatari del premio.


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