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La Puglia grazie alla sua posizione strategica nel Mediterraneo è stata da sempre colonizzata da diverse popolazioni. Sorta nei pressi dell’attuale Fasano, Egnazia, in particolare, fu insediata già a partire dal XV secolo a.C durante l’età del Bronzo e poi abitata dai Messapi a partire dall’VIII secolo a.C.
Sorta inizialmente come un villaggio di capanne, Gnathia, questo il nome antico, iniziò a diventare un centro di scambio sempre più importante per merito delle spezie, gioielli, tappeti e soprattutto per via del grano. Oltre ai benefici economici, questo territorio era molto apprezzato in quanto considerato una roccaforte della civiltà messapica contro le colonizzazioni in atto ad opera degli Elleni della Magna Grecia. La resistenza contro i Greci fu forte, a differenza di quella contro i Romani che ebbero la meglio verso il 280 a.C.
La storia frammentata di questo luogo continuò, tra alti e bassi, anche durante il periodo dei Barbari. Improvvisamente, però, la città scomparve nel VI secolo d.C.
Le scoperte di questa antica civiltà risalgono al 1561, quando Leandro Alberti accenna a i vestigi dell’antica città di Egnazia fra cespugli, urtiche e pruni, mentre la prima testimonianza del rinvenimento di sepolture con ricchi corredi funerari è del secolo successivo. Da quel momento in poi sono stati compiuti altri rinvenimenti archeologici della città, poi saccheggiata nell’Ottocento da parte di ufficiali polacchi e francesi e anche da braccianti agricoli locali che hanno causato una gravi perdite del patrimonio.
Gli scavi sistematici sono iniziati a partire dal 1912 e proseguono ancora oggi. Attualmente, come scritto sul sito dei beni culturali, l’area con i suoi 15 ettari di parco archeologico e i 1200 mq di superficie espositiva del museo, non è semplicemente una zona di scavi e resti archeologici, ma è ormai un’intera città antica allo scoperto.
Le tombe messapiche rinvenute nelle necropoli, tra l’altro, rivelano preziose informazioni relative alla cultura e alle credenze sull’aldilà che sono state diffuse tra in IV e il II secolo a.C.
Affreschi sulle tombe a parte, Egnazia è chiamata la Pompei della Puglia per merito di tutti i rinvenimenti già scoperti e tutti quelli che verranno. Una delle scoperte più sensazionali riguarda quella della Tomba delle Melegrane, formata da una scala a gradini intagliati nella roccia e un vestibolo che conducono alla camera sepolcrale ipogea: la straordinaria porta d’ingresso, ancora oggi perfettamente funzionante, è costituita da due battenti monolitici dotati di una maniglia incassata.
Oltre alla città silenziosa, Ignazia vanta anche il museo nato negli anni ’70 dedicato ai reperti provenienti dagli scavi, suddiviso in sezioni cronologiche che documentano la storia dell’insediamento dalle origini fino al suo declino.
Una visita in questi luoghi ricchi di tradizioni e misteri permetterà di poter apprezzare personalmente la storia dei popoli passati.
Data: 28 Gen 2019
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